Finanza

Siccità, 200 milioni di aiuti alle imprese agricole più colpite

Con il decreto varato dal Cdm in arrivo semplificazioni per le infrastrutture e una spinta alle polizze anti calamità

di Giorgio dell'Orefice

Via libera a un primo pacchetto di aiuti per le aziende agricole danneggiate dalla siccità. La principale misura di sostegno approvata dal Consiglio dei ministri del 4 agostoo con il decreto Aiuti bis è il rifinanziamento da 200 milioni di euro del Fondo di solidarietà nazionale, istituito dalla legge 102/2004 per compensare le imprese agricole danneggiate da eccezionali eventi atmosferici (siccità, grandine, alluvioni o gelate), legati a patologie delle piante o che colpiscono gli allevamenti.

È una misura molto attesa, anche perché fino alla scorsa settimana il Fondo aveva in dote appena 13 milioni. Un budget assolutamente insufficiente ad avviare i ristori delle imprese danneggiate.

La gestione degli indennizzi sarà ora delegata alle amministrazioni regionali delle aree colpite che dovranno così istruire le pratiche, predisporre le graduatorie ed erogare gli aiuti. Le condizioni che le imprese devono soddisfare per accedere ai contributi sono quella di non avere una copertura assicurativa e aver subito un danno a causa degli eccezionali eventi atmosferici superiore al 30% della produzione. Al di sotto di quella soglia, infatti, il danno rientra nel normale rischio di impresa.

L’altra importante condizione prevista dal decreto varato dal Cdm è che i danni che saranno risarciti sono quelli che si sono verificati dopo il 22 marzo 2022.

Ma le misure per fronteggiare l’emergenza siccità non si fermano qui. Il decreto Aiuti bis prevede anche l’anticipo della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, relativo al rischio derivante da deficit idrico. Tale misura può essere adottata qualora lo scenario in atto evolva in una situazione emergenziale. Ed è proprio questo l’orientamento che si è affermato a Palazzo Chigi.

Infine, sono previsti interventi di accelerazione e semplificazione per realizzare le infrastrutture idriche. In particolare, saranno introdotte «misure per ridurre i tempi di realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi alla siccità e per potenziare l’adeguamento infrastrutturale, sia sul piano delle fasi procedimentali e della riduzione dei relativi tempi, sia sul fronte della disciplina dell’esecuzione delle opere, sia sul versante processuale in caso di contenzioso».

Insomma, una boccata d’ossigeno per le imprese danneggiate. Probabilmente il massimo che poteva mettere in campo un Governo in carica per gli affari correnti e che, in quanto tale, non avrebbe potuto provvedere alla nomina di un commissario straordinario all’emergenza idrica come era stato ipotizzato nelle scorse settimane.

Nell’eredità che il Governo Draghi, e più in generale l’intera legislatura, lascia al prossimo esecutivo c’è poi il Fondo di mutualizzazione da circa 300 milioni di euro che entrerà in funzione dall’1° gennaio 2023 per favorire la sottoscrizione di polizze assicurative anti calamità da parte delle aziende agricole. Si tratta di un Fondo che, su proposta italiana, sarà finanziato con risorse della Politica agricola europea e che, si spera, dovrebbe finalmente far crescere in maniera consistente la percentuale di aziende agricole assicurate, oggi ferma all’11% del totale. Una misura imprescindibile in uno scenario di crescenti cambiamenti climatici.

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