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Procedure amichevoli Map, oltre seimila casi ma i tempi restano lunghi

L’Ocse ha pubblicato nelle scorse settimane le statistiche relative al 2021

di Massimo Bellini

L’Ocse ha pubblicato nelle scorse settimane, in occasione del Tax Certainty Day, le statistiche dell’anno 2021 sulle procedure amichevoli Map. Dal 2016 i dati vengono pubblicati ogni anno in base a quanto previsto dall’azione 14 del progetto Beps che oltre ad avere introdotto una serie di cambiamenti volti a migliorare l’efficacia e la certezza delle Map ne ha aumentato la trasparenza con meccanismi di valutazione tra paesi (peer review) ed appunto la pubblicazione di statistiche.

I casi 2021

Le informazioni fornite riguardano 127 Paesi, coprendo in pratica tutte le procedure in essere a livello mondiale che raggiungono l’impressionante numero di 6.301 casi. Nel complesso uno dei dati maggiormente significativi riguarda il numero di casi che sono stati chiusi nel 2021, che sono aumentati del 13% rispetto al 2020. Le autorità competenti sono riuscite ad aumentare i casi risolti grazie ad un maggior ricorso ad incontri virtuali, prioritizzazione delle fattispecie più semplici e maggiore collaborazione nella risoluzione di problematiche comuni a più pratiche. Anche in futuro ci si aspetta che il sistematico ricorso a meetings virtuali in combinazione con incontri fisici contribuirà a migliorare l’efficacia e la velocità delle procedure.

I tempi

Sempre a livello complessivo i tempi di conclusione rimangono comunque lunghi. I casi chiusi nel 2021 riguardanti i prezzi di trasferimento, che includono anche i casi di attribuzione del profitto alle stabili organizzazioni, sono durati in media 32 mesi, a fronte dei 35 del 2020, mentre i casi riguardanti altri aspetti di fiscalità internazionale hanno avuto una durata media di 21 mesi (18,5 mesi nel 2020). Va considerato che le tempistiche sono state impattate dalla pandemia.

L’Italia

Per quanto riguarda l’Italia è confermato il trend positivo di riduzione dei casi che passano da 990 al 1° gennaio 2021, di cui 721 riguardanti il transfer pricing e 269 altri casi, a 926 al 31 dicembre 2021 (670 di transfer pricing e 256 di altri casi). I casi totali chiusi nell’anno sono stati 343, in aumento del 29% rispetto al precedente anno in cui erano stati 266, mentre quelli aperti sono stati 279. Si noti che il nostro Paese è il terzo per numero di casi totali aperti a fine 2021 a livello mondiale, dietro Germania e Francia ed il primo per numero di casi di transfer pricing.

Gli altri Paesi

Tra i Paesi con cui sono aperte il maggior numero di procedure amichevoli vi sono Germania, Spagna, Francia, Olanda, oltre a Regno Unito. Uno dei motivi per cui si tratta in gran parte di Paesi europei dovrebbe essere la possibilità di invocare la clausola arbitrale in base alla Direttiva Ue 1852/2017 ed alla Convenzione arbitrale 90/436/Cee, che prevedono un meccanismo vincolante di accordo tra le autorità, a differenza delle Map da trattato contro le doppie imposizioni in cui gli stati sono obbligati a fare del loro meglio per raggiungere un accordo, ma non hanno obblighi al riguardo.

Durata ed esiti in Italia

La durata media in Italia di risoluzione dei casi è di 32 mesi circa, tuttavia è influenzata dai dati relativi alle procedure più “vecchie”, iniziate prima del 1 gennaio 2016. Focalizzando l’attenzione sui casi iniziati dopo il 1 gennaio 2016 la durata media si abbassa ed è di 25,64 mesi per i casi di transfer pricing e di 22,67 mesi per gli altri casi.

Per quanto riguarda gli esiti delle procedure riguardanti il transfer pricing nel 64% per cento dei casi le Map si sono chiuse con un accordo che ha portato alla piena eliminazione della doppia imposizione. Nel 15% dei casi le istanze sono state ritirate dai contribuenti, mentre nel 7% dei casi vi è stato uno sgravio concesso unilateralmente da una della autorità competenti. Solo nell’1% dei casi le istanze di apertura della procedure sono state rigettate e solo nel 5% dei casi le autorità non hanno raggiunto un accordo.

Gli esiti sono meno positivi per gli altri casi di fiscalità internazionale in cui nel 49% delle procedure è stato raggiunto un accordo che ha eliminato in toto la doppia imposizione mentre nel 16% dei casi le autorità non si sono accordate.