Imposte

Scissioni societarie, la nuova rotta del Fisco

A questo tema è dedicato un terzo degli interpelli sulle operazioni straordinarie. Riconosciuta la legittimità degli scorpori

di Leo De Rosa e Alberto Russo

La centralità delle operazioni straordinarie nella vita delle imprese ha spinto sempre più spesso i contribuenti a confrontarsi con le Entrate sui profili fiscali di tali operazioni e sull’eventuale contestabilità alla luce della normativa antielusiva. Dal 1° di settembre 2018 – da quando, cioè, con il provvedimento 185630/18 è stato reintrodotto l’obbligo di pubblicare gli interpelli – ci sono state ben 112 risposte sulla fiscalità delle operazioni straordinarie. Risposte che mostrano un superamento dell’approccio diffidente manifestato talvolta dal Fisco quando i processi riorganizzativi riguardavano gruppi societari e compagini di società a matrice familiare.

Il cambio di rotta è stato favorito dalla riforma della normativa sull’abuso del diritto, che ha superato l’istituto dell’elusione fiscale di cui al previgente articolo 37-bis del Dpr 600/73. Con l’inserimento dell’articolo 10-bis dello Statuto del contribuente (legge 212/2000), infatti, sono stati meglio delineati i presupposti di elusività dei comportamenti fiscali; ma soprattutto è stata sancita la libertà di scelta tra operazioni alternative con un diverso impatto tributario.

Scissioni sotto la lente

Quasi un quarto (32) di queste 112 risposte è stato dedicato alle scissioni societarie. In passato l’Agenzia – a fronte di un regime di neutralità fiscale sancito con chiarezza dall’articolo 173 del Tuir – ha sostenuto la potenziale elusività di queste operazioni. Emblematica in tal senso è la risoluzione 97/E/09 con cui era stata contestata l’elusività della scissione del compendio immobiliare, ritenuta idonea a creare una o più società “contenitore” da far circolare sotto forma di partecipazioni, con il (presunto) “beneficio” di assoggettare i plusvalori latenti al più mite regime dei capital gain rispetto a quello ordinario applicabile alle cessioni d’azienda.

Una lettura delle 32 risposte del Fisco consente di individuare quattro macro trend interpretativi:
1.
scissione del comparto immobiliare e successiva cessione delle partecipazioni della scissa;
2
. scissioni inverse con scorporo di asset aziendali a favore della società controllante;
3
. scissioni volte a scorporare il ramo finanziario del patrimonio aziendale;
4
. scissioni non proporzionali asimmetriche.

I quattro ambiti interpretativi

Quanto al trend 1 , con la risposta 13 del 2019 il Fisco (confermando quanto già sostenuto nella risoluzione 97/E/17) ha affermato la legittimità delle operazioni volte a scorporare gli immobili nel contesto di operazioni di acquisizioni di aziende e partecipazioni. In particolare, l’operazione in cui una società titolare di immobili e attività produttive, mediante scissione parziale proporzionale, intendeva trasferire gli immobili (strumentali all’attività produttiva) a una società beneficiaria neocostituita. I soci avrebbero poi ceduto a terzi le partecipazioni della scissa (titolare del solo ramo produttivo), mantenendo le partecipazioni nella beneficiaria immobiliare. Questo “via libera” del Fisco agevola le operazioni di M&A e di private equity, in cui tipicamente il perimetro dell’acquisizione comprende solo l’azienda produttiva, e richiede al venditore/imprenditore di separare gli immobili strumentali di tale azienda spesso creando una società immobiliare di “famiglia”.

Nel trend 2 , è stata riconosciuta la legittimità delle scissioni “inverse” con scorporo di asset aziendali (compendio immobiliare) a favore della controllante, finalizzate a separare le attività immobiliari da quelle operative (risposta 75/2018 e anche 282/2021). Si tratta di operazioni spesso venivano contestate in quanto assimilate all’assegnazione di beni (distribuzione di “dividendi in natura”) alla medesima controllante.

Il trend 3 riguarda la scissione di società con un rilevante patrimonio finanziario. Con la risposta 89/2021, infatti, l’Agenzia non ha ravvisato profili di abuso nello scorporo del ramo finanziario dal patrimonio aziendale, a condizione che la relativa attività di amministrazione della beneficiaria continui ad avvenire secondo logiche imprenditoriali.

Il trend interpretativo 4 riguarda la riconosciuta legittimità delle scissioni non proporzionali asimmetriche, volte a risolvere conflitti tra i soci e/o a dividere il patrimonio aziendale in funzione dei diversi rami familiari, agevolando il passaggio generazionale (risposta 435/2021). Su casistiche simili anche:
- la risposta 343/2019 relativa a una scissione funzionale al passaggio generazionale;

- le risposte 87/2019 e 89/2019 riguardanti casi di dissidio tra i soci;

- la risposta 555/2021 su una complessa operazione di riorganizzazione e divisione del patrimonio imprenditoriale.

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