Controlli e liti

Class action senza retroattività: la Camera prepara le modifiche

di Giovanni Negri

Uno spiraglio sulla retroattività. Ieri si è chiusa la discussione generale in Aula alla Camera sul disegno di legge di riforma della class action. E alcune possibilità di cambiamento, dopo le relazioni di maggioranza (Angela Salafia, Movimento 5 Stelle) e di minoranza (Giusi Bartolozzi, Forza Italia), e l’intervento del rappresentante della Lega Luca Paolini, sono emerse.

In particolare, sul tema della retroattività sembra possibile una convergenza tra maggioranza e opposizione, con Paolini che, nel suo intervento, ha sottolineato qualche perplessità su quella finestra di dieci o cinque anni, a seconda della natura dell’illecito, che permetterebbe un’applicazione anche per eventi passati.

Da oggi inizierà l’esame degli emendamenti, per un’approvazione che potrebbe arrivare tra domani e giovedì, anche perché i tempi di discussione sono stati contingentati, dopo che in commissione la maggioranza aveva acconsentito alla richiesta di svolgimento di audizioni. Tutti, a parole, elogiano il lavoro svolto in commissione e aprono a miglioramenti del testo ma, in concreto, oltre alla retroattività, l’unico altro tema “sensibile” sul quale potrebbero arrivare novità è quello delle spese, che la versione attuale del testo addossa all’impresa soccombente sia sul versante della remunerazione dei rappresentanti della classe, con possibile effetto volano sul contenzioso, sia su quello delle perizie.

Giulia Sarti, Movimento 5 Stelle, presidente della commissione Giustizia, ricorda che «si tratta comunque di un testo che ha ripreso e migliorato la proposta di legge approvata alla Camera all’unanimità nella scorsa legislatura e successivamente bloccata per ben tre anni al Senato. Il testo vuole tutelare maggiormente i diritti dei cittadini insieme alle imprese sane, è dunque uno strumento di regolamentazione del mercato che assicura procedimenti rapidi, escludendo i proponenti che avanzano azioni non fondate».

Restano in ogni caso sul tappeto alcuni nodi di particolare rilevanza. Due in particolare: quella della possibilità di ingresso nella classe anche dopo la pronuncia di merito. Previsione che, nei fatti, potrebbe, dopo un verdetto di condanna dell’impresa, allargare in maniera assolutamente considerevole la dimensione della classe, ignorando il rischio di soccombenza.

E rendendo, nei fatti, assolutamente arduo il tentativo di transazione che l’azienda potrebbe volere intavolare. Un aspetto sul quale pare però che la chiusura della maggioranza sia assoluta.

Come pure sullo spostamento della disciplina dell’azione di classe dal Codice del consumo al Codice di procedura civile, trasformandola da strumento tipico della tutela consumeristica a rimedio generale di tutela di diritti individuali. Con la conseguenza di estendere l’area dei destinatari della tutela collettiva, che sarebbero individuati non più solo nei consumatori e utenti, ma anche in altri soggetti, tra cui imprese, pubbliche amministrazioni e associazioni di categoria.

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