Imposte

Condomini e aziende in stand-by Molte banche frenano gli acquisti

La priorità degli istituti è smaltire i crediti comprati oltre la propria capienza

di Giuseppe Latour

«Si informa che la piattaforma per il servizio di acquisto di crediti d’imposta non è attiva». Con questo messaggio, la scorsa settimana, il portale di Poste Italiane dedicato alla cessione dei bonus casa ha annunciato ai suoi potenziali clienti il blocco dei servizi.

Bastano queste due righe, da sole, a testimoniare l’impatto devastante che l’articolo 28 del decreto Sostegni-ter ha avuto sul mercato delle cessioni dei bonus. Il provvedimento è andato in vigore il 27 gennaio, giovedì sera. Già lunedì, tra gli addetti ai lavori, circolava pessimismo sulla possibilità che le banche avrebbero avuto di assorbire crediti con le nuove regole.

Il problema è legato alla capienza fiscale: i crediti acquisiti attraverso le cessioni possono essere utilizzati solo in compensazione. Superato il plafond, vanno perduti. Mentre il provvedimento veniva pubblicato, allora, qualche istituto stava facendo i calcoli, scoprendo di aver sforato il plafond.

Istituti come Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno confermato le cessioni dei crediti, ma molti altri si sono mossi diversamente. Se qualche banca ha bloccato l’apertura di nuove pratiche, come Bpm, qualche altra sta andando avanti ma, come sottolinea il gruppo cooperativo Iccrea, teme che la mancata possibilità di cessione tra banche dello stesso gruppo limiti le singole Bcc rispetto alla potenzialità dell’intero gruppo. In altre parole, senza cessioni diventerà impossibile fare quelle operazioni di compensazione interna che massimizzavano la capienza fiscale.

E anche soggetti che lavorano con le imprese, ed erano entrati in questa filiera, come Cassa depositi e prestiti, hanno bloccato i loro servizi. Anche se va detto che Cdp non ha ancora preso una decisione definitiva sull’ipotesi di chiusura del servizio di cessione.

Al di là delle posizioni ufficiali, però, sono decine gli istituti di credito (soprattutto, quelli medio-piccoli) che stanno fermando o rallentando tutto, in attesa che le regole vengano chiarite. Così, tra gli operatori circolano racconti che descrivono un mercato al collasso, nel quale è difficilissimo vendere i crediti e i lavori si fermano perché c’è il rischio di perdere in corsa la copertura finanziaria.

«Tutto ciò che è legato al superbonus è completamente bloccato, le assemblee di condominio non vengono più indette. E va considerato che siamo tutti in attesa anche del nuovo decreto sui prezzi del Mite, che avrà un impatto importante sulle asseverazioni», spiega Angela Panza, consigliera dell’Ordine degli architetti di Milano. Che aggiunge un elemento: «Se anche le regole dovessero essere modificate, ci vorrà almeno un mese perché i sistemi degli istituti siano aggiornati».

La sensazione, allora, è che il blocco possa avere una durata lunga, anche in caso di modifiche. Matteo Tarroni, Ceo di Workinvoice, società partecipata da Crif che gestisce una piattaforma di scambio dei crediti fiscali, dice: «Siamo in una fase di riassestamento del mercato. In questo periodo ci saranno soprattutto operazioni di cessione tra banche, per consentire il riequilibrio di qualche posizione, ma per ricostruire un flusso ordinato servirebbero regole diverse, come la possibilità di effettuare due cessioni, ovviamente in un ambiente controllato». Cioè, tra soggetti sottoposti a vigilanza.

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