Contabilità

Crescentino (Assirevi): «La Ue deve cercare l’accordo internazionale sugli standard Esg»

L’intervista al presidente di Assirevi sul pacchetto europeo per i bilanci

di Maria Carla De Cesari

I fattori Esg sono destinati ad avere sempre più impatto in governance e rendicontazione delle società. È stata appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale Ue la direttiva 2022/2464 (Corporate sustainability reporting directive, Csrd) che estenderà, in modo progressivo, dal 2024, la platea di imprese destinatarie dei bilanci di sostenibilità (si veda l’articolo «Imprese al test sostenibilità, standard Ue per 50mila imprese»). E continua la corsa di Efrag e Commissione Ue per definire gli standard di rendicontazione, che dovrebbero essere approvati entro giugno 2023.

In questo quadro prosegue il processo di sensibilizzazione delle authority europee riguardo ai rischi collegati alla variabile del cambiamento climatico. Qui Assirevi, l’associazione delle società di revisione, ha messo a punto un Position paper sulle linee-guida lanciate a fine ottobre dall’Esma, l’autorità europea di vigilanza sui mercati, per il rischio climatico e le ripercussioni anche in tema di revisione.

«La qualità dell'informativa finanziaria - spiega Gianmario Crescentino, presidente di Assirevi - è fondamentale per la tutela degli investitori e degli altri stakeholders, la crescita di fiducia nei mercati e il loro corretto ed efficiente funzionamento».

Gli impatti dei cambiamenti climatici non sono “misurati” con i principi contabili internazionali.

Si, il framework contabile comunemente adottato per gli Ias/Ifrs non dà espliciti requisiti per presentare e valutare gli impatti da rischi correlati al cambiamento climatico, salvo gli eventuali effetti dell'applicazione del principio Ias 1 ove materiali. Sono i nuovi rischi e le opportunità da cambiamento climatico, che trovano descrizione nell’informativa sulla sostenibilità e condizioneranno l’applicazione dei principi contabili. Il Position paper dà elementi esemplificativi per identificare il rischio climatico delle aziende e illustra le implicazioni sul processo di revisione in risposta ai rischi identificati dal management: è centrale un solido sistema di governance per individuare rischi.

Come valuta la direttiva Csrd?

Finalmente è stata approvata e apprezziamo la conferma di un approccio graduale. Ora studiamo le proposte Efrag sugli standard di rendicontazione. Ciò che appare ancora difficile è la possibilità di effettiva convergenza con gli standard internazionali. Temiamo che il ruolino di marcia della Commissione Ue, con l’ok agli standard entro giugno, possa essere troppo ambizioso se si vuole cercare un accordo.

Nello specifico ci sono criticità?

È apprezzabile il tentativo di Efrag di dar seguito agli esiti della consultazione . Ma permane l’esigenza di meglio chiarire il concetto di doppia materialità che caratterizza l’approccio europeo e intende misurare gli impatti sia dell’organizzazione aziendale all’esterno sia dei rischi esterni sull’azienda. Fondamentali anche le ricadute dei nuovi standard sulla più ampia catena del valore.

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