Imposte

Bonus bollette per le imprese: utilizzata solo metà dei crediti

Per i primi tre trimestri 2022 sono stati compensati 3,8 miliardi di crediti d’imposta sui 7,6 messi a disposizione. Con la risoluzione 72/E i codici tributo per dicembre

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di Giuseppe Latour e Giovanni Parente

I bonus per le bollette di elettricità e gas delle imprese per ora sono stati utilizzati in compensazione solo per metà dell’importo messo complessivamente a disposizione. Il dato emerge dall’audizione dell’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) alle commissioni di Camera e Senato sulla manovra. Se si sommano, infatti, i crediti d’imposta a disposizione relativi al primo, secondo e terzo trimestre (ossia da gennaio a settembre 2022), pari a 7,6 miliardi, ne risultano già impiegati in F24 circa 3,8 miliardi per abbattere imposte, contributi e ritenute dovute. Mentre, conteggiando tutte le misure varate, compresa l’estensione agli ultimi tre mesi 2022 e quella nel Ddl di Bilancio per il primo trimestre 2023, i crediti d’imposta per contrastare i rincari energetici subiti dalle imprese superano i 30 miliardi di euro.

Ma procediamo con ordine. Sono necessarie due precisazioni. In primo luogo, i valori sull’utilizzo in compensazione forniti dall’Upb in base alle cifre comunicate dal dipartimento delle Finanze sono aggiornati al 22 novembre scorso. Questo vuol dire che non tengono in considerazione l’avvenuta scadenza del 30 novembre degli acconti di imposta, per cui è ragionevole che molte delle imprese interessate abbiano impiegato i bonus bollette spettanti per ridurre il conto finale. Inoltre, si prospettano ancora due “pesanti” scadenze fiscali con il saldo dell’Imu entro il 16 dicembre e l’acconto Iva del 27 dicembre. In secondo luogo, i dati vanno scorporati perché i crediti d’imposta non hanno tutti la stessa scadenza. Quelli del primo e secondo trimestre vanno utilizzati entro il 31 dicembre per non essere persi: in questo caso la quota già impiegata in compensazione è poco meno di due terzi (63%). Quelli del terzo trimestre, invece, potranno essere impiegati fino al 30 giugno 2023 in base a quanto previsto dal decreto Aiuti-quater (ora all’esame del Senato): qui la percentuale di utilizzo, al momento, si attesta ad appena un terzo (33,2%).

L’Upb fornisce anche per la prima volta il dato sull’andamento delle cessioni dei crediti d’imposta energetici: cessioni che passano dal 12% del dato cumulato tra primo e secondo trimestre al 17,2% del terzo trimestre. Il tutto in uno scenario che vede il mercato bancario (si vedano gli articoli «I bonus bollette alle imprese rischiano di restare sulla carta» e «Bonus bollette alle imprese: corsa contro il tempo in F24») non acquistare questi crediti, considerata già la “zavorra” dei bonus edilizi, e che presenta tutta una serie di vincoli. I bonus energia, infatti, possono essere trasferiti una prima volta liberamente e, poi, due volte in ambiente controllato: cioè, a soggetti come banche, gruppi bancari e assicurazioni. Manca, invece, la possibilità della quarta cessione al correntista partita Iva e, quindi, le banche, una volta incamerati i bonus, non possono più liberarsene. Altro aspetto limitante è la non frazionabilità dei crediti, ribadito espressamente anche dalla manovra in relazione al primo trimestre 2023. In questo modo le imprese che non riescono a utilizzare la quota integrale di loro spettanza non possono cederne solo un eventuale residuo.

I NUMERI IN GIOCO

Secondo la chiave interpretativa fornita dall’Upb, «una compensazione inferiore alle attese a partire dal terzo trimestre potrebbe derivare, oltre che da prezzi diversi rispetto a quelli utilizzati in sede di relazione tecnica e da un possibile aumento dell’efficienza energetica delle imprese, da una loro capacità limitata di utilizzarli (incapienza) e, soprattutto, di cederli al settore bancario, già sotto pressione per i crediti riferiti ai bonus edilizi».

Come ricordato da Confindustria sempre alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, «aver introdotto limiti temporali all’utilizzo in compensazione dei crediti ha sicuramente contratto la capacità di utilizzo da parte delle imprese prive di adeguata capienza fiscale. Si dovrebbe, quindi, valutare l’opportunità di un ampliamento dei termini di compensazione o l’introduzione di procedure di rimborso del credito, attualmente precluse». Senza dimenticare che «l’automaticità del meccanismo di compensazione – ha rimarcato ancora Confindustria - rende indispensabile un quadro normativo chiaro, che ne consenta l’immediato utilizzo; sul punto, occorre che il lavoro svolto dalle amministrazioni coinvolte, con la pubblicazione di quattro circolari e ulteriori chiarimenti di prassi, prosegua per sciogliere tutti i nodi interpretativi».

Intanto la risoluzione 72/E/2022 ha istituito i codici tributo per bonus relativi al mese di dicembre: «6693» per le energivore; «6994» per le gasivore; «6995» per le non energivore; «6996» per le non gasivore.

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