Imposte

Ai manager di una Spac performance share tassate con l’aliquota marginale

L’Agenzia nell’interpello 249: niente tassazione al 26% tipica delle rendite finanziarie

di Maria Carla De Cesari

L'assegnazione di performance shares al top management promotore di una Spac (special purpose acquisition company), pur integrando i parametri richiesti per considerare il carried interest come una rendita finanziaria, comporta in capo ai beneficiari un reddito di lavoro dipendente da assegnazione dei titoli. Niente tassazione al 26% tipica delle rendite finanziarie ma tassazione in base all'aliquota marginale propria del dipendente. È questa la risposta di chiusura dell ’interpello 249/2023 pubblicato il 13 marzo ma i cui contenuti sono stati anticipati sulle pagine di Norme e tributi del Sole 24 Ore di venerdì 10 marzo.

La fattispecie desta interesse perché ha delle somiglianze con la norma agevolativa dell'articolo 60 del Dl 50/2017. La Spac è una newco che viene quotata dai promotori, di solito un gruppo manageriale, e che raccoglie risorse per effettuare una business combination, cioè acquisire un target. E così è stato. I promotori hanno negoziato con gli investitori una forma premiale intesa come un piano di performance shares da assegnare loro gratis in caso di raggiungimento di una serie di obiettivi.

Ci sono tutti quei requisiti che la norma sul carried interest richiede. A monte i manager hanno effettuato nella Spac un investimento superiore all'1%, pari all'1,34 per cento. Questa condizione è in grado di integrare un allineamento di interessi fra manager e investitori perché porta in capo anche ai primi il fatto di rischiare in proprio, come avviene tipicamente per i secondi.

C'è anche la condizione dell'holding period quinquennale richiesta dal carried interest.

Nel caso specifico il piano riguardava gli anni 2019-2023. In realtà l'assegnazione scatta prima in quanto il piano prevede che in caso di Opa questa condizione sia automaticamente integrata. E così è stato, anche perché l'Opa è una condizione indipendente dalla volontà dei diretti interessati, dipendendo dal mercato.

La terza condizione richiesta dalla norma è il cosiddetto hurdle rate, che nel caso specifico per l'ad era pari al 10% e per gli altri manager al 6 per cento. Anche questo è in grado di integrare l'allineamento degli interessi. A ciò si aggiunga il fatto che vi sono le classiche previsioni per cui l'assegnazione, come il carried interest, scatti nei casi di good leavership. ma non in quelli di fuoriuscita non consensuale.

I manager beneficiano di un pacchetto retributivo – fra fisso e variabile – tarato sulle best practice di mercato com’è normale che sia. trattandosi di una realtà quotata.

L'istante ritiene quindi che il parallelo concettuale, che in finanza è chiaro in quanto la Spac è una modalità alternativa di private equity, debba comportare che alla fattispecie, ricorrendo tutte le condizioni dell’articolo 60 del Dl 50/2017, si possa applicare la tassazione delle rendite finanziarie. D'altronde l'applicazione del carried interest non solo al private equity ma anche al settore industriale è stata confermata dalla circolare n. 25/E/17. Quindi l'assimilazione dovrebbe valere anche per la Spac, a maggior ragione.

L'Agenzia è di parere differente, ritenendo che ci si trovi nell'alveo del reddito da lavoro dipendente, in presenza di un'assegnazione di azioni che costituisce reddito in natura in capo al dipendente e che va tassato come tale. Si tratta di un fringe benefit da assoggettare a tassazione ai sensi dell'articolo 51 comma 3 del Tuir.

Viene affermato che le azioni ricevute dall'ad e dai manager non costituiscono il rendimento di uno strumento finanziario avente diritti patrimoniali rafforzati e quindi viene negata la tassazione al 26 per cento.

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