Imposte

Ad aprile extraprofitti dimezzati: base gonfiata dalla crisi Covid

Secondo i calcoli del Governo, nel mese aggiunto dal Dl 3,6 miliardi contro i 6,6 medi del semestre precedente

di Gianni Trovati

Secondo i calcoli del governo, ad aprile le imprese dell’energia hanno realizzato extraprofitti per 3,6 miliardi. Nel periodo che va dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo scorso, invece, la stessa voce ha cumulato 39,8 miliardi, cioè 6,6 miliardi medi al mese: poco meno del doppio rispetto ad aprile. Strano.

La stranezza è dovuta al fatto che gli extraprofitti sarebbero creati dall’aumento dei prezzi dell’energia; e ad aprile questi prezzi hanno subìto solo una limatura minima rispetto al mese precedente. La spiegazione quindi sembra da cercare anche altrove. E in particolare nel meccanismo di calcolo che individua negli imponibili Iva le entrate extra meritevoli di tassazione straordinaria, e misura i margini sulla base del confronto con dodici mesi prima.

In pratica: le somme identificate dalla norma come extraprofitti sembrano crescere drasticamente quando il confronto è fatto con l’ultimo trimestre del 2020 e l’inizio del 2021, periodi caratterizzati da una contrazione dell’economia per le restrizioni Covid nell’Italia delle regioni a colori, mentre si assottigliano quando il termine di paragone raggiunge un periodo più normale. Il contributo straordinario salito al 25% con il decreto Aiuti, così, tasserebbe non solo le entrate da inflazione, ma anche un pezzo di ripresa economica.

I numeri emergono dalle «disposizioni finanziarie» che regolano le coperture di due decreti. Nell’ultimo (articolo 58, comma 4, lettera c) del Dl 50/2022) l’aliquota aggiuntiva del 15% applicata all’aumento dei margini Iva nel periodo ottobre 2021-aprile 2022 rispetto allo stesso arco temporale di 12 mesi prima offre 6,505 miliardi. La base imponibile rappresentata dall’aumento dei margini Iva (quando supera il 10% e i 5 milioni in valore assoluto) è quindi di 43,366 miliardi, di cui i 6,505 messi a copertura del decreto sono appunto il 15%. Nel taglia-prezzi invece (articolo 38, comma 2, lettera a) del Dl 21/2022) all’aliquota originaria del 10% era attribuito un gettito da 3,978 miliardi, su una base imponibile quindi da 39,78 miliardi. Di qui, appunto, l’immagine degli extraprofitti tassabili che viaggiano a 6,6 miliardi medi al mese fra ottobre 2021-marzo 2022 per poi cadere a 3,6 miliardi ad aprile.

Del periodo ottobre 2021-marzo 2022 non è indicata la scansione mensile. Ma è possibile ipotizzare che i margini da colpire con il contributo siano più alti nella prima parte del semestre, per poi declinare fino all’atterraggio sui numeri più modesti di aprile, per ragioni legate ai volumi più che ai prezzi.

Un’indicazione in questo senso arriva per esempio dall’andamento dei consumi del gas: fra ottobre e dicembre 2021 sono aumentati dell’8,3% rispetto a 12 mesi prima, grazie soprattutto all’impennata di novembre (+10,3% nel 2021 rispetto allo stesso mese del 2020) e dicembre (+10%), mentre fra gennaio e marzo 2022 l’incremento è solo dell’1,1%.

A pesare è il termine di riferimento, cioè il periodo rispetto al quale si calcola l’aumento. Perché soprattutto negli ultimi mesi del 2020 la recrudescenza del Covid in un’Italia ancora priva di vaccini ha moltiplicato le chiusure nelle regioni colorate di arancione e di rosso, portando a una contrazione congiunturale del Pil dell’1,9%. Nell’ultimo trimestre 2021 invece il prodotto è cresciuto dello 0,6%, per poi mantenersi quasi piatto nei mesi d’avvio di quest’anno (i dati definitivi usciranno il 31 maggio).

Diversa la dinamica dell’inflazione: ora per esempio, secondo i dati Arera, il prezzo della materia prima gas nel caso delle famiglie supera del 238,4% quello di dodici mesi fa, mentre nell’ultimo trimestre 2021 il rincaro annuale era del 156,4%. L’inflazione sale, gli extraprofitti da inflazione scendono.

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