Agenzia, incassi antievasione fuori dagli incentivi
Cambiamento in vista per l’attribuzione della quota incentivante ai dipendenti dell’Agenzia. L’indicatore relativo alle entrate complessive da attività di contrasto è destinato a rimanere fuori da quelli oggetto di incentivazione. La proposta è contenuta nello schema di convenzione triennale 2018-2020 consegnato ora all’approvazione del Mef. Una novità che era stata delineata anche dal direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nell’audizione presso la commissione Finanze della Camera dello scorso 4 luglio. In quell’occasione Ruffini aveva sottolineato come «dall’esercizio 2018, la metodologia di calcolo per l’erogazione della quota incentivante prevede che solo gli indicatori di output presenti nel piano di Agenzia contribuiscano al conseguimento degli obiettivi; a tal fine è loro attribuito un peso che rispecchia le priorità politiche individuate nell’atto di indirizzo del ministro». E ancora «solo al raggiungimento di una parte significativa di ciascun obiettivo (fissata nella misura dell’85%) si accede all’incentivazione, in misura proporzionalmente crescente fino al livello massimo previsto per ogni singolo obiettivo». Proprio il piano di convenzione prevede nuovi indicatori (come servizi, controlli, compliance, customer satisfaction, tempi di attesa agli sportelli) per stabilire premi e obiettivi.
Intanto va avanti la riorganizzazione dell’Agenzia. Con il via libera del comitato di gestione si ridefiniscono, infatti, i rapporti numerici. Le posizioni dirigenziali saranno ridotte di 452 unità (circa il 50% in meno) e verranno istituite 1.483 posizioni organizzative. Poco più del 64% (ossia 956) saranno create presso le direzioni provinciali, mentre 252 andranno negli uffici centrali e 275 nelle direzioni regionali. Il costo delle nuove posizioni, come ha affermato una nota diffusa ieri dalla stessa Agenzia, sarà coperto con il risparmio dalla riduzione delle posizioni dirigenziali e dalla soppressione delle posizioni organizzative speciali (Pos).
Alle selezioni delle nuove posizioni organizzative a elevata responsabilità (Poer) saranno ammessi i funzionari di terza area con almeno cinque anni di servizio e con almeno il diploma di scuola media superiore; sarà possibile presentare fino a due candidature.
Come riportato nel verbale di confronto con le organizzazioni sindacali, la selezione sarà articolata in una valutazione dei titoli di studio e delle esperienze professionali nel settore di attività relativo all’incarico e in un colloquio (a cui sarà consentito l’accesso al pubblico) per “testare” il «presidio tecnico, le conoscenze delle attività, delle responsabilità , degli spetti gestionali e delle competenze organizzative» connesse all’incarico. Il punteggio massimo attribuibile sarà di 30 punti (con un tetto di 15 sia per la valutazione titoli sia per il colloquio). «A breve sarà pubblicato il bando per l’attribuzione delle Poer» hanno anticipato i sindacati (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal-Unsa) in una nota unitaria.