Imposte

«Agiamo subito su aggio, stralcio del magazzino e rottamazione-quater»

L’intervista alla viceministra all’Economia Laura Castelli

di Gianni Trovati

«La legge delega per la riforma fiscale arriverà a giorni in consiglio dei ministri, ma i tempi per la sua attuazione non sono brevi e ci sono temi su cui si dovrà decidere rapidamente: per esempio la riscossione, come indicato dall’ordine del giorno votato la settimana scorsa da quasi tutta la Camera. Ci stiamo lavorando».
Il Fisco promette di essere uno dei temi più caldi nell’agenda d’autunno della politica economica, anche al di là dei confini della delega. La viceministra all’Economia Laura Castelli disegna un percorso in più tappe, che già dalle prossime settimane troverà nei provvedimenti della manovra le prime novità di peso.

Quali sono i temi da anticipare rispetto alla delega?

La Camera la scorsa settimana ha indicato chiaramente la priorità della riscossione, e sul punto le commissioni Finanze di Montecitorio e del Senato stanno lavorando a una risoluzione dopo la relazione inviata dal governo a fine luglio. Spero e penso che il Parlamento troverà un’intesa sulla linea indicata dall’ordine del giorno per gestire in modo ordinato la mole di notifiche attese soprattutto da gennaio.

Che cosa bisogna fare
in concreto?

Il «piano straordinario» deve prevedere un calendario più lungo per la notifica delle cartelle sospese dai provvedimenti emergenziali, una massa di arretrati che altrimenti non sarebbero gestibili nemmeno dall’amministrazione finanziaria. È l’occasione anche per definire lo stralcio del magazzino della riscossione, archiviando un problema che appesantisce la macchina senza potersi tradurre in incassi reali. Sulle cartelle che non saranno stralciate e verranno notificate, penso si debba procedere con una nuova rottamazione per non colpire troppo contribuenti e imprese nell’uscita della crisi. In questa stessa ottica la manovra dovrà intervenire sull’aggio, il che significa cartelle più leggere, perché la richiesta di una riforma arrivata dalla Corte costituzionale (sentenza 121/2021) non può rimanere senza risposta.

E per i circa 4 milioni di cartelle che sono in corso di notifica da qui a fine anno?

Bisognerà capire se ci sono risparmi da altre misure che possono essere dedicati a questo intervento. Si stanno ultimando i calcoli per la Nadef.

Quali saranno i capitoli principali della delega?

Anche su questo va ricordato l’ottimo lavoro delle Camere con il documento approvato dalle commissioni Finanze, che condivido pienamente. Le direttrici dovranno essere la riduzione del carico fiscale sul lavoro, la lotta all’evasione collegata alla digitalizzazione, su cui abbiamo fatto un grande lavoro ma ci sono ancora margini di miglioramento, e il riordino del sistema duale. E poi bisognerà incidere fortemente sugli autonomi. È vero che fino a 65mila euro di ricavi c’è il regime agevolato del forfait, ma sopra quella soglia oggi la pressione fiscale è ingiustificata.

Anche su questi punti si è ipotizzato un intervento in manovra. Lo ritiene possibile?

Nei tendenziali c’è già un fondo per la riduzione della pressione fiscale, e non può essere trascurato. È però fondamentale che le misure siano coordinate con la messa a regime dell’assegno unico per i figli dal 1° gennaio. Perché non stiamo parlando di un nuovo bonus bebè, ma di una misura strutturata che deve intrecciarsi con Irpef, detrazioni e assegni al nucleo.

Per la manovra è tornato al centro delle discussioni il reddito di cittadinanza. Siete davvero disponibili a rivederlo?

Spero che finalmente si trovi il coraggio di entrare nel merito e chiedersi perché da 50 anni si fanno interventi sugli ammortizzatori sociali senza riuscire a far funzionare le politiche attive del lavoro. Qui il problema non è nelle risorse messe dal Conte-1, ma dalla volontà di non rimettere mano ai centri per l’impiego, soprattutto da parte delle Regioni. Bisogna migliorare le connessioni con le imprese, e semplificare la vita ai Comuni che devono utilizzare le ore di lavoro dei percettori nei progetti di collettività. Il ministero del Lavoro sta concludendo un tavolo, da lì si partirà. Tenendo conto che il tema va considerato assieme a quello degli ammortizzatori sociali, dove serve un intervento per coordinare gli strumenti e digitalizzare tutte le procedure di prenotazione e fruizione.

Un altro filone è quello delle imprese in crisi; a quali interventi pensa?

Abbiamo un decreto legge ora in corso di conversione, ma stiamo pensando anche alla creazione di un fondo per aiutare le imprese a rafforzare gli strumenti di governance interna, dall’audit alle certificazioni di bilancio in linea con gli standard europei, perché la crisi va prevenuta oltre che curata quando si verifica. Ci sono molte proposte importanti delle categorie professionali ed è interessante mettere a sistema il contributo di tutti questi attori.

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