Adempimenti

Alluvione, busta paga più pesante di 400 euro con le ritenute sospese

<span class="argomento"/>I lavoratori potranno evitare le trattenute fino ad agosto ma a novembre dovranno restituire allo Stato il denaro: effetti da 21 a 1.400 euro al mese

 Sono 91 i Comuni colpiti dall’alluvione delle scorse settimane

di Enzo De Fusco e Valentina Melis

Buste paga più sostanziose fino ad agosto per i lavoratori dei 91 Comuni colpiti dall’alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana per i quali il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza. Il decreto che contiene gli aiuti economici alle imprese e ai lavoratori coinvolti, approvato dal Consiglio dei ministri del 23 maggio, prevede, oltre al rinvio dei termini per i versamenti fiscali e contributivi in scadenza fra il 1° maggio e il 31 agosto 2023, una disposizione per rimpolpare gli stipendi, anche se per pochi mesi. I datori di lavoro, su richiesta dei lavoratori residenti nei territori colpiti, non faranno le ritenute alla fonte delle imposte (comprese le addizionali Irpef regionali e comunali), nel periodo compreso fra il 1° maggio e il 31 agosto, e verseranno i relativi importi direttamente nelle buste paga. I lavoratori dovranno poi restituire allo Stato le somme così ottenute, senza interessi e sanzioni.

L'IMPATTO SULLO STIPENDIO

Un’agevolazione simile era già stata prevista per lavoratori dei Comuni dell’Italia centrale colpiti dal terremoto nel 2016.

Gli esempi in pagina mostrano gli effetti in base allo stipendio mensile dei lavoratori. Considerando il reddito medio dichiarato dai dipendenti in Emilia Romagna (25.790 euro), si può considerare abbastanza indicativa dell’impatto medio una retribuzione netta di circa 1.700 euro mensili: in questo caso, la mancata effettuazione delle trattenute determina un importo aggiuntivo in busta paga di circa 400 euro al mese. Per i redditi più elevati le cifre saranno significative e potranno arrivare a 1.419 euro per uno stipendio lordo mensile di 4.500 euro.

È chiaro che più è alto l’importo della mancata trattenuta, più significativa sarà la fase di restituzione delle somme.

La norma – stando al testo entrato in Cdm – differenzia fra i datori di lavoro che hanno sede fuori dai Comuni colpiti dall’alluvione, che, su richiesta dei propri lavoratori residenti in quei territori, dovranno rinunciare a effettuare da maggio ad agosto il 100% delle trattenute (inserendo gli importi in busta paga), e quelli che invece hanno sede nelle zone alluvionate, per i quali le trattenute (e di conseguenza il “guadagno” per i lavoratori) si ridurranno alla metà.

Stando al testo, la mancata ritenuta riguarda gli articoli 23, 24 e 29 del Dpr 600/1973 (ossia la ritenuta Irpef e le trattenute relative alle addizionali regionale e comunale all’imposta). Quindi, il datore di lavoro dovrà procedere in questo modo: sull’imponibile previdenziale dovrà effettuare le ritenute previdenziali a carico del lavoratore. Queste ritenute contribuiranno alla riduzione dell’imponibile fiscale. Si potrà poi procedere al calcolo dell’Irpef lorda e al calcolo della relativa ritenuta Irpef netta. A valle di questo procedimento, il datore di lavoro non effettuerà la trattenuta dell’Irpef netta e non tratterrà neanche le addizionali regionale e comunale, anche in acconto.

La restituzione deve essere effettuata entro il prossimo 20 novembre; il testo chiede di versare in un’unica soluzione, ma non è escluso che si possa prevedere una forma di rateizzazione, anche per evitare che un rimborso così ravvicinato nel tempo vada a vanificare gli effetti della misura.

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