Antiriciclaggio, i mediatori creditizi aprono i database alla Guardia di Finanza
Agenti e mediatori finanziari aprono gli archivi alla Guardia di finanza. Ogni informazione riferibile «direttamente e/o indirettamente» agli iscritti all’Oam (Organismo agenti e mediatori) sarà fornita al Nucleo di polizia valutaria delle Fiamme Gialle per le attività di contrasto ai fenomeni di riciclaggio ed esercizio abusivo dell’attività di intermediazione.
È l’innovativo contenuto di un protocollo siglato dall’Organismo agenti e mediatori, presieduto da Antonio Catricalà, con il capo di stato maggiore della GdF Umberto Sirico. In ballo c’è una nuova forma di collaborazione che, stando al protocollo, prevede «un interscambio di dati, notizie e informazioni» per arginare fenomeni di illeciti finanziari.
I provvedimenti sanzionatori
Nella sostanza, però, è l’Oam ad aprire i propri database, fornendo «alla Guardia di Finanza la disponibilità delle informazioni riferibili, direttamente e/o indirettamente, agli iscritti all’Organismo, anche non desumibili dalla consultazione degli elenchi e registri pubblici, comunicando periodicamente l’avvenuta applicazione di misure sanzionatorie, di sospensione o cancellazione assunte nei confronti degli iscritti agli elenchi di competenza».
L’obiettivo è di verificare il rispetto della normativa di riferimento da parte degli agenti «in attività finanziaria, agenti nei servizi di pagamento ivi compresi quelli insediati in Italia per conto di istituti di moneta elettronica o istituti di pagamento comunitari nonché dei mediatori creditizi».
Il protocollo, dunque, segna l’avvio di una stretta collaborazione che potrebbe alzare il livello delle verifiche in materia di riciclaggio di denaro sporco. All’Oam, per esempio, è rimessa la possibilità di richiedere l’intervento della Guardia di Finanza «indicando – recita il protocollo – i fatti e le circostanze in ordine ai quali si intendono acquisire dati, notizie e informazioni nonché, ove occorra, la tipologia degli accertamenti, le modalità e i termini dell’acquisizione».
Inoltre, in occasione dell’avvio dei controlli su diretta iniziativa delle Fiamme Gialle, l’Oam fornirà alle «Unità operative interessate le informazioni e gli elementi in suo possesso, ritenuti utili per agevolare lo svolgimento dell’attività di collaborazione».
La Guardia di Finanza, invece, si impegna a riferire all’Organismo, fornendo «notizia dei fatti e delle situazioni emersi nel corso delle attività, rimettendo la pertinente documentazioni acquisita».
Il fronte penale
Una parte del protocollo riguarda anche i casi di accertamenti investigativi di natura penale. In questi casi la Guardia di Finanza dovrà informare la competente autorità giudiziaria «ponendo in evidenza che la predetta attività di accertamento viene svolta in applicazione del protocollo». In questo caso dovrà essere la magistratura a rilasciare - nei casi in cui non sia leso il segreto dell’indagine preliminare - il «nulla osta per rendere edotto l’Oam dei successivi fatti conseguenti all’avvio delle relative indagini».
Gli approfondimenti
Le regole tecniche del Cndcec sull’adeguata verifica della clientela (clicca qui per consultarle)
Regole antiriciclaggio (clicca qui per consultare l’articolo)
di Vincenzo D’Andò
Tratto da «La settimana fiscale» del 1° marzo 2019