Imposte

Assegnazioni ai soci verso la proroga in manovra

di Giacomo Albano e Gianni Trovati

Il fisco agevolato per l’ assegnazione dei beni ai soci tenta una nuova proroga . Ad aprire la porta, alla vigilia della scadenza del 30 settembre, è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan; rispondendo al question time alla Camera, ha spiegato che i tecnici del ministero dell’Economia sono al lavoro per misurare la platea dei soggetti ancora interessati per capirne gli effetti sulla finanza pubblica. La nuova proroga, insomma, potrebbe arrivare con la manovra, forse nel decreto fiscale che dovrebbe accompagnare la legge di bilancio, quindi senza riuscire ad anticipare il termine del 30 settembre. Anche l’anno scorso, del resto, fu la manovra a riaprire ex post i termini dell’agevolazione che nel suo primo giro era terminata il 30 settembre.

Come tutti gli “sconti” fiscali a tempo, anche l’assegnazione agevolata dei beni ai soci ha un effetto finanziario ad altalena, perché punta a far emergere base imponibile nell’immediato ma impone di mettere a preventivo una flessione delle operazioni quando rientra in campo il regime ordinario. Le cifre, va detto, sono però tutt’altro che ingestibili, dal momento che lo scorso anno la riapertura dei termini portò il governo a stimare 15 milioni di entrate in più nel 2017 e una perdita di poco superiore ai 20 milioni negli anni successivi: briciole, all’interno di una manovra che deve gestire numeri decisamente più pesanti.

Tra gli operatori cresce però anche la richiesta di rendere strutturale il regime agevolato. L’opzione per le soluzioni agevolate può essere giustificata da motivazioni economiche oltre che di natura tributaria. Sul piano civilistico, infatti, la normativa è utile in funzione “divisoria”, per favorire la separazione di patrimoni immobiliari intestati a società, oppure per accelerare la chiusura delle società in liquidazione proprietarie di immobili.

Le assegnazioni in particolare si prestano a risolvere situazioni connesse a vicende societarie – e a volte familiari – quali il r ecesso, l’esclusione e la riduzione del capitale o lo scioglimento , riducendo i vincoli fiscali che possono scaturire da tali vicende.

Sul piano fiscale, invece, le operazioni agevolate si rendono utilmente attivabili per favorire l’estromissione agevolata dei beni immobili dal regime fiscale d’impresa, in particolare dalle società che effettuano una gestione passiva dei beni. La piena legittimità dell’assegnazione o trasformazione agevolata – anche se preceduta da operazioni straordinarie per accedere all’istituto – è stata confermata dall’Amministrazione finanziaria sotto il profilo della disciplina anti-abuso (risoluzione 98/E/2017). Le Entrate hanno infatti ribadito che il regime agevolativo è diretto ad offrire l’opportunità di estromettere dal regime d’impresa - a condizioni fiscali meno onerose di quelle ordinarie - quegli immobili per i quali non presentano condizioni di impiego profittevoli (si vedano anche gli articoli nella pagina a lato).

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