Biogas agricolo: dalla riconversione al biometano una vita oltre gli incentivi
Il biogas agricolo riparte dalle riconversioni. Entro i prossimi dieci anni resteranno a secco di incentivi oltre 700 impianti, distribuiti su tutto il territorio italiano - in particolare al Nord -, che realizzano il gas “verde” attraverso la digestione anaerobica di scarti agro-zootecnici e colture dedicate: per questo tipo di centrali, tuttavia, c'è ora la possibilità di investire sull'“upgrade” della tecnologia finalizzato alla produzione di biometano. Accedendo così, per un altro decennio, al regime di aiuti appena varato per il biocombustibile utilizzabile per autotrazione, immissione in rete e cogenerazione.
Ad offrire una nuova “chance” agli impianti a biogas con gli incentivi in scadenza è il decreto (Dm 2 Marzo 2018), entrato in vigore lo scorso 20 marzo, che - dopo una lunga attesa - ha definito nei dettagli il nuovo regime a sostegno del biometano, che sta per diventare a tutti gli effetti operativo. In un recente convengo presso la propria sede di Roma, infatti, il Gestore Servizi Energetici (Gse) ha annunciato l'imminente pubblicazione (entro il 18 giugno) delle procedure per la richiesta e l'effettivo rilascio dei nuovi incentivi, mettendo il luce anche le opportunità riguardanti l'ampio “parco” di impianti a biogas presenti sul territorio nazionale.
Secondo i dati raccolti dal Gse, infatti, sono più di 720 le centrali a biogas agricolo con incentivo in scadenza entro un decennio (periodo 2019-2028). Di queste strutture - attualmente incentivate con la tariffa onnicomprensiva dedicata agli impianti che realizzano energia elettrica (dal biogas) a partire dall'utilizzo di matrici agro-zootecniche e colture dedicate - circa una sessantina (57) resterebbero a corto di contributi già nell'arco dei prossimi 5 anni (2019-2023). La maggior parte di queste strutture di trovano nelle regioni a forte vocazioni zootecnica, come Lombardia (oltre 300), Veneto (circa 150), Piemonte (circa 120) ed Emilia Romagna (oltre 130). Ma non mancano casi di centrali localizzate in regioni come la Sardegna (15), la Puglia (5) e la Sicilia (2)
Per quanto riguarda i nuovi incentivi, il decreto biometano prevede espressamente (all'articolo 8) che possano accedere al regime di aiuti anche gli operatori che convertono totalmente o parzialmente impianti a biogas in impianti a biometano. Nel dettaglio, per l'incentivazione si seguiranno le stesse modalità previste per il rilascio dei certificati di immissione in consumo (Cic) previsti per il biometano (articolo 5) o per l'incentivazione del biometano avanzato (articolo 6) - con i Cic con un valore di 375 euro ciascuno (cui potranno aggiungersi eventuali maggiorazioni in base a specifiche matrici impiegate) e la possibilità del “ritiro” da parte del Gse, - in relazione al tipo di richiesta che effettua l'operatore e alla tipologia di materie prime utilizzate per la produzione. Dopo l'upgrade, in ogni caso, la misura dell'incentivo sarà la stessa spettante a un nuovo impianto a biometano.
Nei casi di riconversione parziale, l'incentivo sull'energia elettrica (per il biogas agricolo, di solito, la tariffa onnicomprensiva) spetta, per il periodo residuo, al massimo per il 70% della produzione annua media incentivata prima della riconversione. Se l'impianto, invce, viene riconvertito successivamente al termine dell'incentivazione per la produzione di energia elettrica, l'incentivo sul biometano sarà riconosciuto in misura pari al 70% di quello spettante ai nuovi impianti.