Imposte

Blockchain e smart contract chiave per semplificare l’Iva

di Alessandro Mastromatteo e Benedetto Santacroce

Rapporto tra tecnologia e fiscalità, Iva e blockchain, digitalizzazione e dichiarativi Iva: questi i principali temi che hanno costituito oggetto dell’incontro di ieri, 6 dicembre 2019, presso la Commissione Europea – Taxud relativamente all’Iva nell’era digitale.

La necessità per le autorità fiscali di disporre in tempo reale delle informazioni al fine di combattere il tax gap e la possibilità di predisporre, in base agli stessi, i dichiarativi Iva costituiscono le principali motivazioni per una spinta decisa verso l’utilizzo sempre più diffuso degli strumenti tecnologici ed in particolare della blockchain.

Non senza dimenticare, come sottolineato da alcuni relatori, come l’Italia in questo risulta essere decisamente bene avviata con la previsione dell’obbligo di fatturazione elettronica e la predisposizione delle bozze dei registri Iva, delle liquidazioni periodiche e della dichiarazione. Proprio il fatto che possano essere predisposti e rilasciati dei tax report è assolutamente rilevante in quanto in grado di favorire anche la compliance fiscale dei contribuenti, semplificando la vita e la concreta operatività degli stessi.

Le tecnologie permettono infatti di mettere in piedi nuovi processi e procedure nel mondo della fiscalità, attraverso una decisa automazione finalizzata a semplificare e supportare il mondo impresa, costruendo ponti tra il mondo appunto della tecnologia, mantenendola quanto più neutra rispetto agli strumenti da utilizzare, e quello della fiscalità.

Come anticipato, con assoluto favore vengono percepite la tecnologia blockchain e gli smart contract, attraverso i quali è possibile il tracking integrale delle operazioni, partendo dall’ordine e passando dalla formalizzazione e sottoscrizione del contratto, sino ad arrivare al pagamento della stessa, dopo avere tracciato le fasi di spedizione e consegna.

In questo, due sono i momenti fondamentali di una catena blockchain che rilevano ai fini della fiscalità: innanzitutto la registrazione dei dati, avvalendosi anche di marcature temporali che permettono di individuare il momento di effettuazione dell’operazione, rilevante per l’imponibilità, la debenza dell’Iva e la detraibilità della correlata imposta.

Inoltre, ricomprendere e far partecipare le autorità fiscali, oltre alle parti della transazione, nell’operazione formalizzata nella catena di blockchain appare in grado di garantire, in un futuro, la possibilità di eliminare le fasi di fatturazione e registrazione, potendo le informazioni fiscali rilevanti essere automaticamente inserire nei dichiarativi Iva sino ad arrivare ad una possibile riduzione delle aliquote impositive Iva.

A tal fine, si dovrebbe prevedere la possibilità di effettuare automaticamente pagamenti elettronici attraverso la blockchain, compresa l’Iva dovuta alle autorità fiscali così da eliminare anche la previsione del meccanismo del Moss. Non occorre pertanto nessuna rivoluzione nella normativa Iva e nei meccanismi di applicazione dell’imposta ma, al contrario, si deve puntare ad una evoluzione tecnologica intelligente anche ai fini del contrasto all’evasione: dall’analisi dei dati nazionali, si passerà a verificare le transazioni e, nel futuro, quanto registrato nella catena blockchain, attraverso un approccio evolutivo che punta a ridurre quanto più possibile il momento in cui la frode potrebbe essere realizzata a quello di controllo.

Allo stato attuale, la chiave nel sistema Iva sono essenzialmente le fatture sia ai fini impositivi che per la detraibilità. Per prevenire l’evasione, però, la blockchain può essere una ottima base in quanto permette di intercettare ed inserire i dati rilevanti ai fini Iva nei dichiarativi, compresi ad esempio i modelli intrastat, favorendo altresì l’individuazione delle società fittizie in uno alla sicurezza e secretazione dei dati.

Il sistema blockchain permette infatti di correlare l’ammontare dell’imposta a debito con quelle a credito, predisponendo le informazioni che poi confluiranno nei dichiarativi: è quanto in Italia è stato già realizzato con il meccanismo obbligatorio dell’e-fattura dove Iva a debito e Iva a credito derivano essenzialmente da quanto trasmesso dal fornitore al cliente attraverso il Sistema di Interscambio e i cui dati sono stati acquisiti e memorizzati dalle autorità fiscali.

Ad oggi anche altri Stati Ue stanno imponendo ai contribuenti la trasmissione, alle competenti autorità fiscali, dei dati rilevanti a fini Iva organizzati in appositi elenchi riepilogativi clienti e fornitori. La blockchain appare in questo dotata di ulteriori caratteristiche tali da assicurare una standardizzazione a livello europeo delle relative regole, favorendo quella uniformità del mercato necessaria anche a fini impositivi, e garantendo secretazione dei dati, immodificabilità e mantenimento nel tempo degli stessi senza perdita di informazioni.

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