Bonus «sociale», apre lo sportello
Dall’assistenza alle donne vittime di violenza all’aiuto ai disabili, passando per le iniziative nelle carceri, per il reinserimento di disoccupati e il reimpiego dei beni confiscati alle mafie.
Sono solo alcune delle iniziative che con un progetto in mano le i
Tre le tipologie di imprese che potranno beneficiare delle agevolazioni, le imprese sociali, le cooperative sociali e le società cooperative onlus. Per accedere agli aiuti del Mise dovranno tutte operare in regime di contabilità ordinaria.
Anche in questo caso il ministero ha puntato su un cocktail di strumenti: un finanziamento agevolato concesso dal Mise a un tasso dello 0,75% e della durata massima di 15 anni che però andrà sempre associato a un finanziamento bancario, a tassi di mercato, con un istituto che ha aderito alla convenzione ah hoc per questo strumento (per ora due sole banche). I finanziamenti coprirano l’80% dell’investimento del progetto che non potrà essere inferiore a 200mila euro e non potrà superare la soglia dei 10 milioni di euro. C’è poi un “premio” a fondo perduto per un massimo del 5% su alcuni investimenti: in questo caso al di sotto dei 3 milioni e a saldo dei progetti terminati. «Ci aspettiamo di sostenere 3-400 progetti con un investimento medio di 500mila euro», spiega Invitalia che in qualità di struttura tecnica esaminerà le domande di agevolazione.
Per accedere a questi finanziamenti (e al fondo perduto) le imprese sociali dovranno incassare la valutazione positiva del merito di credito da una delle banche finanziatrici: con l’ok degli istituti potranno procedere alla richiesta che dovrà essere inoltrata solo in formato elettronico (e dunque con firma digitale) all’indirizzo di posta elettronica certificata es.imprese@pec.mise.gov.it.