Calcio, torna la stretta sulle finte plusvalenze
Giustizia sportiva, arriva lo stop alle penalizzazioni in corso di campionato
Torna in campo la doppia stretta contro le plusvalenze fittizie delle società di calcio. La norma, voluta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e già presentata come emendamento al decreto Milleproroghe da cui poi era stata espunta per estraneità di materia, sembra ora destinata al nuovo decreto su Sport e Pubblica amministrazione che questa mattina sarà all’esame del preconsiglio dei ministri in vista della riunione di governo in programma domani.
Nel decreto, che arricchisce il già pesante carniere dei provvedimenti d’urgenza ora all’esame delle Camere, il capitolo dedicato allo Sport sarà però più ampio. E comprenderà fra le altre misure un intervento salva-Covisoc, la commissione che controlla i bilanci delle società sportive e che senza il nuovo ombrello sarebbe scomparsa il 1° luglio prossimo lasciando sguarnito il fronte delle verifiche finanziarie sulle società del pallone.
Ma soprattutto sembra destinata all’approvazione una novità importante sulla giustizia sportiva, che ha l’obiettivo di evitare nuovi casi Juventus: in pratica, le sanzioni che comportano penalizzazioni di punti e quindi incidono sulla classifica non potranno più avere immediata esecutività in corso di campionato, ma scatteranno solo con un giudizio definitivo e a partite ormai completate. Un altro cambio di regole dovrebbe poi riguardare i presidenti delle Federazioni: la disciplina attuale, introdotta con l’ultima riforma dello Sport, fissa un limite a vita ai tre mandati, e solleva quindi un forte dubbio di costituzionalità (la Consulta se ne dovrebbe occupare il 5 luglio dopo il ricorso di Federtennis); le soluzioni in gioco, che saranno oggi sul tavolo della riunione tecnica preparatoria del consiglio dei ministri di domani, sono più d’una, ma fra le ipotesi spicca quella di un nuovo limite a mandati consecutivi, che non blocchi poi le candidature a tempo indeterminato.
Il cuore finanziario del provvedimento è però nella doppia mossa anti-plusvalenze fittizie. Il correttivo, che interviene sull’articolo 86 del Testo unico delle imposte sui redditi, introduce una regola specifica per «le plusvalenze realizzate mediante cessione dei diritti all’utilizzo esclusivo della prestazione dell’atleta per le società sportive professionistiche». Queste somme si dividono in due filoni. La classica rateizzazione a quote costanti sarà rispervata al «corrispettivo eventualmente conseguito in denaro», mentre il resto andrà direttamente «a formare il reddito nell’esercizio» per disincentivare la formazione di plusvalenze solo teoriche create con il lievito dei cartellini. Non solo. La diluizione della plusvalenza sarà possibile solo per i giocatori che rimarranno nella proprietà della squadra per almeno tre anni, con una novità che quindi allinea le norme delle società sportive a quelle delle altre imprese.
Ma oltre che allo sport, il nuovo decreto sarà intitolato per l’ennesima volta in pochi mesi al «rafforzamento» della Pubblica amministrazione. Il nuovo ritorno su questo sentiero già battuto a più riprese dal Governo è dettato dall’esigenza di ripescare le misure che erano state elaborate a Palazzo Chigi e dintorni e presentate come emendamenti al decreto sulla Pa, ma poi espunte prima dell’approvazione alla Camera. Ad azzopparle era stato l’appello del Quirinale contro gli eccessi su decretazione d’urgenza e successivi emendamenti a tutto campo. Ma molte di queste norme sono considerate indispensabili dal Governo, che quindi torna a scrivere un altro decreto.
Nel testo dovrebbe entrare la riorganizzazione del ministero della Difesa, con la creazione della Direzione nazionale degli armamenti, e la soppressione dell’Anpal, le cui attività sarebbero affidate al ministero del Lavoro. In pista ci sono poi nuovi potenziamenti dei ministeri, a partire da quello della Giustizia, assunzioni all’Autorità garante della Privacy e alle Prefetture dei territori interessati dall’ultima alluvione in Emilia-Romagna. Ma il menù definitivo sarà delineato solo domani, e come ormai d’abitudine nascerà dalla sfoltitura delle richieste avanzate dai ministeri per i loro organici e gli uffici di staff.