Adempimenti

Cartelle, fino a 18 rate non si decade. Bonus ricerca e sviluppo, restituzione senza sanzioni

Le imprese potranno restituire il bonus ricerca e sviluppoin caso di indebito senza sanzioni e interessi. Arriva il super patent box

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il pacchetto riscossione approda nel decreto fiscale collegato alla manovra atteso in Consiglio dei ministri. Sale da 10 a 18 mesi il margine di tolleranza per evitare la decadenza dai piani di rateizzazione dopo la sospensione Covid durata dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021. Potrà rientrare nella rottamazione ter e nel saldo e stralcio chi ha saltato i pagamenti degli ultimi mesi: sarà necessario saldare senza maggiorazioni gli “arretrati” entro il 30 novembre. Ci saranno 150 giorni per pagare le cartelle notificate a partire dal 1° settembre 2021. Ma non solo, per le imprese che hanno indebitamente utilizzato il bonus ricerca e sviluppo dal periodo d’imposta 2015 fino al periodo d’imposta 2019 arriva la possibilità di restituirlo al Fisco senza sanzioni e interessi. Possibilità preclusa in caso di frodi, reati tributari o casi oggettivamente o soggettivamente simulati.

Il decreto fiscale, inoltre, riscrive e prova a semplificare il patent box, ossia lo sconto fiscale riconosciuto per cinque anni per chi sostiene costi di ricerca e sviluppo su software, brevetti, marchi, disegni e modelli con una deduzione maggiorata del 90 per cento. Lo sconto riconosciuto con il patent box vale sia per le imposte dirette che per l’Irap. Per farlo decollare ci sarà bisogno di un provvedimento congiunto Mise-Mef.

Il decreto prova poi a riordinare gli aiuti erogati durante la pandemia che rientrano nei limiti del Temporary framework Ue: vanno conteggiati anche le esenzioni Imu, lo stop al canone Rai per alberghi e bar e il fondo perduto per le start up.

Tre mosse anti-crisi con cui il Governo recepisce le indicazioni delle commissioni Finanze di Camera e Senato nella risoluzione approvata martedì sul documento sullo stato della riscossione depositato in Parlamento dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, a metà luglio. Mentre per gli interventi strutturali rimane aperta la strada del Ddl di Bilancio, che con ogni probabilità arriverà in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Tra i fronti i caldi c’è l’addio all’aggio della riscossione, che dovrebbe essere sostituito con un meccanismo a carico della fiscalità collettiva e questo comporta la necessità di nuove risorse da reperire. Ma c’è anche la questione delle inesigibilità con l’introduzione di un meccanismo automatico di cancellazione una volta decorso un certo numero di anni in modo da liberare il magazzino dei crediti non recuperati che a fine 2020 ammontava a 999 miliardi di euro.

Tornando, però, alla stretta attualità, il decreto fiscale punta a risolvere o almeno ad alleggerire le problematiche conseguenti alla fine dello stop alle notifiche e ai pagamenti. Una delle principali era rappresentata dall’obbligo di saldare almeno 10 rate entro fine settembre nel caso di piani di dilazione “congelati” durante il periodo di sospensione Covid. Su questo fronte si cerca di allungare il numero di tranche necessarie per evitare di perdere il treno dei pagamenti agevolati con la dilazione: l’ipotesi destinata a trovare conferma nel Dl collegato è di far salire a 18 il numero di appuntamenti mancati con l’agente della riscossione.

Altro fronte molto caldo è quello dei contribuenti che si sono trovati in piena estate a dover recuperare i versamenti della rottamazione ter e saldo e stralcio. Nonostante il calendario sia stato riscritto per venire incontro ai debitori, in molti si sono trovati spiazzati dalla mancata conoscenza delle nuove scadenze. Con una conseguenza immediata: chi salta anche una rata delle due definizioni agevolate è automaticamente estromesso e quindi deve tornare a pagare il debito residuo con la riscossione in maniera integrale. Per ovviare a questo problema il Governo mette una toppa e concede una seconda chance: le rate di luglio, agosto e settembre eventualmente saltate si potranno recuperare entro il 30 novembre. In quello che, però, rischierebbe di trasformarsi in un maxi-ingorgo della riscossione. Già, perché quella è la scadenza entro cui vanno versate anche le rate in scadenza nel 2021.

A questo si aggiunge l’allungamento a 150 giorni del termine per saldare le cartelle notificate dall’ex Equitalia subito dopo la sospensione per l’emergenza Covid, ossia dal 1° settembre 2021.

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