Imposte

Catasto, il Docfa con la data sbagliata si corregge in autotutela con un clic

Variazioni e nuovi fabbricati si dichiarano entro 30 giorni ma gli errori sono frequenti

di Antonio Iovine

L’agenzia delle Entrate vara un’operazione di compliance che consente al cittadino ed al professionista di rimediare a errori di compilazione, o di ravvedersi per tempo senza maggiori oneri, semplificando peraltro anche il lavoro agli Uffici, investiti – dopo l’avvio del procedimento sanzionatorio – di numerose istanze in autotutela se non di contenzioso tributario vero e proprio. I fabbricati nuovi, e ogni altra stabile costruzione nuova che debba considerarsi immobile urbano, devono essere dichiarati entro trenta giorni dal momento in cui sono divenuti abitabili o servibili all’uso cui sono destinati. Il medesimo termine è stabilito anche per le dichiarazioni di variazione di unità già censite.

La sanzione

La sanzione per il ritardo (che va da 1.032 a 8.264 euro) scatta quando, nel modello di dichiarazione Docfa (l’applicativo informatico utilizzato dai professionisti abilitati per le dichiarazioni), viene indicata una data ultimazione lavori che eccede il termine fissato dalla norma: un algoritmo, implementato nei sistemi informativi, seleziona automaticamente le pratiche per le quali gli Uffici Provinciali-Territorio devono procedere alla formulazione della contestazione.

Gli errori e la correzione

Dal Catasto hanno osservato che, in fase di predisposizione delle dichiarazioni, erano frequenti gli errori di digitazione di questa data da parte dei professionisti, ed è stata quindi aggiornata la piattaforma Sister – attraverso la quale si trasmettono le dichiarazioni – con l’introduzione di una nuova finestra di controllo con cui si invita, semplicemente, il tecnico abilitato a ripetere la data di ultimazione dei lavori, già indicata nel documento da inviare, prima della sua presentazione.

Se la data indicata nel Docfa (e ripetuta su Sister al momento del suo caricamento a sistema) ecceda il termine fissato dalla norma, il sistema informatico avvisa il professionista con un messaggio, invitandolo ad avvalersi dello strumento deflattivo del ravvedimento operoso. A quel punto il tecnico, se si rende conto di aver commesso un errore, può rettificare la dichiarazione, o suggerire al suo committente di aderire subito al ravvedimento operoso, con un significativo risparmio sulle sanzioni.

Una modifica molto semplice e premiante per i cittadini che, stando ai primi dati forniti dalle Entrate, ha portato a riduzioni notevole delle pratiche soggette a sanzione per le quali non è richiesto il ravvedimento.

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