Controlli e liti

Cinquanta magistrati per smaltire l’arretrato fiscale

di Giovanni Negri

Tra necessità di affrontare l’emergenza e ambizione di misure strutturali il Csm scende in campo per affrontare l’ emergenza del contenzioso tributario . E lo fa con una delibera che sarà discussa domani dal plenum. Nel dettaglio le misure ricalcano quanto previsto nell’estate scorsa dalla bozza di decreto legge che, poi, prorogò, tra l’altro, la permanenza in servizio dei vertici della Cassazione.

Già in quel testo, ma le misure vennero poi stralciate, era prevista una task force con l’obiettivo di azzerare o almeno ridurre sensibilmente lo stock di cause tributarie pendenti, vero debito pubblico della Cassazione, (più di 50mila procedimenti, quasi il 50% delle intere pendenze civili, arrivate oltre la soglia di 105mila) che ha già portato la Corte in una situazione critica. Il Csm si prepara ora a lanciare al ministro della Giustizia la sua proposta: affidare a 50 magistrati, preferibilmente già andati in pensione, e da inserire in collegi giudicanti speciali in Cassazione, il compito di smaltire l’arretrato fiscale.

L’intervento ipotizzato dovrebbe esaurirsi nello spazio di tre o al massimo cinque anni. L’obiettivo principale è sollevare la Cassazione dal peso di ricorsi pendenti, che oggi, come sottolineato più volte dallo stesso presidente Giovanni Canzio, si ripercuote negativamente su tutto il suo lavoro mettendo in pericolo il ruolo che l’ordinamento le affida.

Ma, cifre alla mano (oggetto comunque anche di recentissime polemiche tra commercialisti e avvocati da una parte e Entrate dall’altra), è evidente anche il vantaggio che ci sarebbe per le casse dello Stato da una rapida definizione di queste liti: il valore globale dei ricorsi pendenti in Cassazione è stimato a circa 7,7 miliardi di euro e in media i provvedimenti della Corte favorevoli all'amministrazione finanziaria sono pari al 72% del totale. «Il ripristino della funzionalità della sezione tributaria della Corte viene incontro alla grande questione fiscale», a finalità di «equità e democrazia distributiva», osservano i consiglieri, evidenziando che si tratta di «un comparto che assorbe una quota assai significativa del prodotto interno e della ricchezza nazionale e tocca direttamente tutti i cittadini e tutte le imprese».

Nel testo si auspica poi che si arrivi anche a una riforma che sopprima le Commissioni tributarie provinciali e regionali, affidando le liti fiscali a sezioni specializzate dei tribunali, con il reclutamento di 750 nuovi magistrati. Un intervento che comunque non potrebbe incidere in alcun modo sull’arretrato, in crescita ormai ogni anno in maniera esponenziale: se nel 1999 le pendenze erano 2500, nello spazio di quattro anni e cioè nel 2003 sono passate a 30mila. E le proiezioni dei dati attuali portano a ritenere che nel 2025 il contenzioso costituirà il 64% di tutte le pendenze civili.

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