Controlli e liti

Circoscritta la difesa «esterna» dell’agente della riscossione

di Massimo Romeo


Il patrocinio legale di Agenzia delle Entrate Riscossione (di seguito Ader) è argomento che negli ultimi tempi è stato frequentemente dibattuto nelle aule della giustizia ordinaria e tributaria e che parrebbe essere giunto a un epilogo con la norma di interpretazione autentica dell’articolo 1, comma 8, del Dl 193/2016. In sede di conversione del Dl 34/2019, è stato inserito l’articolo 4-novies che sembra chiarire definitivamente i casi in cui serve un’apposita delibera per conferire incarico da parte di Ader a un legale esterno .

Giova rammentare le tre ipotesi, concorrenti, di patrocinio in giudizio previste dall’articolo 1 comma 8 del Dlgs 193/2016, convertito nella legge 225/2016.

Il patrocinio da parte dell’Avvocatura dello Stato in forza del dettato: «L’ente é autorizzato ad avvalersi del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato ai sensi dell’articolo 43 del testo unico delle leggi e delle norme giuridiche sulla rappresentanza e difesa in giudizio dello Stato e sull’ordinamento dell’Avvocatura dello Stato, di cui al regio decreto 30 ottobre 1933, n. 1611, fatte salve le ipotesi di conflitto e comunque su base convenzionale»
Il patrocinio degli Avvocati del libero foro in forza del dettato: «Lo stesso ente può altresì avvalersi, sulla base di specifici criteri definiti negli atti di carattere generale deliberati ai sensi del comma 5 del presente articolo, di avvocati del libero foro, nel rispetto delle previsioni di cui agli articoli 4 e 17 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50».
Il patrocinio “ diretto” dei dipendenti di Ader in forza del dettato: «ovvero può avvalersi ed essere rappresentato, davanti al tribunale e al giudice di pace, da propri dipendenti delegati, che possono stare in giudizio personalmente; in ogni caso, ove vengano in rilievo questioni di massima o aventi notevoli riflessi economici, l’Avvocatura dello Stato, sentito l’ente, può assumere direttamente la trattazione della causa. Per il patrocinio davanti alle commissioni tributarie continua ad applicarsi l’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546».

La giurisprudenza di legittimità e di merito ha preso posizione in relazione al perimetro delineato dal Legislatore nell’ambito del quale può ritenersi legittimo il conferimento di incarico defensionale da parte di Ader ad Avvocato del libero Foro; le pronunce emesse delineano allo stato un panorama giurisprudenziale alquanto eterogeneo, con pronunce divergenti e contrastanti dei diversi Fori e persino delle diverse sezioni dello stesso organo giudiziario adito. In attesa di verificare gli effetti dell’intervento legislativo di cui in premessa lo scrivente ritiene utile esporre , di seguito, alcune considerazioni sul dettato normativo e convenzionale attualmente in essere. La valutazione circa la legittimità e validità del mandato difensivo rilasciato da Ader ad Avvocato del libero Foro deve essere valutata tenendo conto della Convenzione sottoscritta da Ader con l’ Avvocatura Generale dello Stato e ciò in considerazione del fatto che il legislatore ha demandato le ipotesi di patrocinio da parte di quest’ ultimo Ente alla definizione delle stesse in via convenzionale, facendo comunque salvo il conflitto di interessi che esclude la possibilità di detto patrocinio. Occorre dunque vagliare, nello specifico procedimento, se la tipologia di giudizio afferente alla fattispecie rientra o meno nel gruppo di giudizi affidati in via convenzionale al patrocinio dell’Avvocatura dello Stato e non si ricada in ipotesi di conflitto di interessi. Occorre altresì tenere presente che l’ articolo 1 comma 8 del Dl 193/2016, si pone in regime di specialità rispetto alla disciplina dell’articolo 43, commi terzo e quarto, del richiamato Rd 1611/1933 e stabilisce che il conferimento dell’incarico al legale del libero foro, da parte di Ader, avvenga nel rispetto «degli specifici criteri definiti negli atti di carattere generale» e «delle previsioni di cui agli articoli 4 e 17 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50», anziché sulla base della preventiva, apposita e motivata delibera da sottoporre “in casi speciali” agli organi di vigilanza. Occorre dunque vagliare e tenere in considerazione anche gli atti interni ( regolamenti e delibere) di Ader in merito alla regolamentazione dello ius postulandi. Con questa lettura non apparirebbero condivisibili quelle pronunce dei Giudici di legittimità ( Corte n. 28684/2018 e n. 28741/2018) e di merito che , accomunando i giudizi, ritengono inconciliabile con la normativa vigente che il patrocinio defensionale di Ader sia devoluta all’ Avvocatura dello Stato e che il patrocinio dell’ Avvocato del libero Foro costituisca eccezione alla regola che necessiti la legittimazione di una delibera motivata ad hoc. Apparirebbe , invece, in linea con il dettato normativo vigente il diverso orientamento giurisprudenziale espresso, ad esempio e recentemente dal Tribunale di Napoli ( Sezione Lavoro) con la sentenza n. 1450 del 28/02/2019 che così argomenta, affrontando le tematiche rilevanti nella fattispecie: «l’autorizzazione ad Agenzia delle Entrate Riscossione ad avvalersi della rappresentanza e difesa in giudizio dell’Avvocatura dello Stato, prevista dall’art 43 del r.d. 30 ottobre 1933 n. 1611, è contenuta nel comma 8 dell’articolo 1 comma 8 del d.l. del d.l. 22/10/16 n. 193, conv. in l. 01/12/16 n. 225. La norma stabilisce, però, che l’ente è autorizzato ad avvalersi del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato, fatte salve le ipotesi di conflitto, e comunque su base convenzionale ma può altresì avvalersi, sulla base di specifici criteri definiti negli atti di carattere generale deliberati ai sensi del comma 5 del presente articolo, di avvocati del libero foro, nel rispetto delle previsioni di cui agli articoli 4 e 17 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, ovvero può avvalersi …. da propri dipendenti delegati, che possono stare in giudizio personalmente; in ogni caso, ove vengano in rilievo questioni di massima o aventi notevoli riflessi economici, l’Avvocatura dello Stato, sentito l’ente, può assumere direttamente la trattazione della causa. Ad avviso del Giudicante, e contrariamente a quanto sostenuto dalla Corte di Cassazione nelle sentenze n. 28684/2018 e n. 28741/2018 e n. 1992/2019, la norma che autorizza il ricorso al patrocino della Avvocatura dello Stato contiene una espressa limitazione, quella della base convenzionale del patrocinio, che la differenzia profondamente dalle altre fattispecie autorizzative. Il legislatore, cioè, ha inteso rimettere alla valutazione congiunta di entrambi i soggetti – l’Avvocatura e la neo istituita Agenzia – la estensione della autorizzazione laddove in altre ipotesi, ad esempio l’articolo 56 del Regio decreto del 31/08/1933 - N. 1592 in tema di rappresentanza delle Università e degli istituti superiori, la autorizzazione non ha incontrato altro limite che quello del conflitto di interessi. Orbene, con il protocollo di intesa del 22 giugno 2017, l’Avvocatura dello Stato e la Agenzia ponderate le rispettive esigenze organizzative, anche in considerazione dell’organico e dei carichi di lavoro rappresentati dall’Avvocatura dello Stato, hanno di comune accordo individuato le tipologie di controversie da affidare al patrocinio dell’Avvocatura, e, al punto 3.4.2. hanno espressamente previsto che l’Ente sta in giudizio avvalendosi direttamente di propri dipendenti o di avvocati del libero foro, iscritti nel proprio Elenco avvocati, nelle controversie relative per quello che qui ne occupa alle liti innanzi alle Sezioni Lavoro di Tribunale e Corte d’Appello. Con il Regolamento di Amministrazione deliberato dal Comitato di Gestione in data 26 marzo 2018 l’Ente ha, altresì, previsto di continuare ad avvalersi di avvocati del libero foro, nei casi in cui l’Avvocatura di Stato non ne assuma il patrocinio, sulla base di quanto stabilito nella convenzione sottoscritta in data 22 giugno 2017, e che gli avvocati stessi sono selezionati dall’Ente nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità di cui agli articoli 4 e 17 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. Alla luce di queste premesse, deve ritenersi che la delibera di cui all’articolo 43 Rd 1611 cit. non sia richiesta nel caso di specie poiché la convenzione sulla scorta della quale può ritenersi autorizzato il patrocinio dell’Avvocatura dello Stato non comprende anche i giudizi innanzi alle Sezioni lavoro del Tribunale o della Corte di Appello. In queste controversie, dunque, il ricorso ad avvocati del libero foro non costituisce deroga per casi speciali ma ordinaria modalità di difesa secondo quanto stabilito dal combinato disposto della norma primaria e della convenzione stipulata tra le parti. Da ultimo, ma non per ordine di importanza, deve rilevarsi che la Agenzia ha anche, con regolamento generale, disciplinato le modalità di costituzione dell’elenco degli avvocati e di conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi del codice dei contratti pubblici e che l’Avvocatura Generale dello Stato, a seguito delle pronunce della Suprema Corte n. 28684/2018 e n. 28741/2018, in risposta alla richiesta dell’Ente formalizzata con nota del 23/11/2018 n. 6108783/2018, ha reso il parere n. 629195-05/12/2018-P-aoorm AL: 47628/2018 […]».

Tale orientamento è stato ripreso, se pur “ a macchia di leopardo”, convivendo con sentenze contrastanti, dai vari Fori dei Distretti Giudiziari: si richiama, fra le tante, Corte di Appello di Bologna Sezione Lavoro n. 103/2019 del 07/02/2019; Ctr Veneto sentenza 308/02/2019 del 17/04/2019; Trib. Bari Sez. Lavoro 415/2019 sentenza n. 1204/22/2018 del 20/03/2018; Commissione Tributaria Provinciale Mantova – sentenza n. 255/01/2018 del 28/12/2018; Ctr Lombardia – sentenze n. 1204/22/2018 del 20/03/2018 e n. 192/11/2019 del 15/01/2019; Tribunale La Spezia - sentenza n. 35 del 22/02/2019 e n. 85 del 22/02/2019; Ctr Basilicata – sentenza n. 105/02/2019 del 11/01/2019; Ctr Campania - sentenza n. 1628/25/19 del 19/02/2019; Tribunale di Foggia - sentenza n. 1368 del 06/03/2019; Corte di Appello di Brescia Sezione Lavoro n. 38/2019 del 15.03.2019 9; Ctr Lazio sentenza n. 2368/2019 del 16/04/2019; Corte di Appello di Milano sezione Lavoro sentenza n. 602/2019 del 24.04.2019 e n 603/2019 del 02.05.2019; Tribunale di Torino, Sezione Lavoro n. 858 del 20.05.2019; Ctr Piemonte n. 728 del 06.06.2019. Per quel che concerne specificatamente i giudizi avanti la giurisdizione Tributaria di merito si valorizza la circostanza che poiché detti giudizi non rientrano tra quelli contemplati quali affidati al patrocinio dell’avvocatura dello Stato e che , come già valorizzato dal giudice di legittimità e dai giudici del merito (ex multis Ctr della Toscana sentenza n. 1783/2017, Ctr Lombardia sentenze n. 3276/2018; n. 1623/2018 - n. 1841/2018; Corte di Cassazione n. 25625/2018), gli articoli 11 e 12 d.lgs. 546/92 non porrebbero alcun divieto all’Agente della Riscossione di avvalersi della difesa tecnica di avvocato del libero Foro, gli stessi sarebbero estranei alla fattispecie di cui all’articolo 43 del Rd 1611 citato che concerne appunto le sole ipotesi di patrocinio difensionale dell’Avvocatura dello Stato. Tenuto conto che ubi lex voluit dixit e che l’articolo 1 comma 8 d.l. 193/2016 convertito nella legge 225/2016 non prevede, per le ipotesi di patrocinio diverse da quelle affidate all’Avvocatura distrettuale dello Stato, una delibera motivata ad hoc nel criterio di scelta tra funzionario interno ed avvocato del libero foro, dovrebbe ritenersi che alcuna nullità in ordine alla sussistenza dello ius postulandi potrebbe essere pronunciata nel caso che AdeR affidi il patrocinio di una vertenza tributaria a un avvocato del libero foro ( ciò a prescindere dalla circostanza che detto Ente motivi o meno in sede giudiziale la propria scelta di difesa) ; ragionando in tal senso eventuali violazioni di atti interni ad Ader esulerebbero dalla cognizione del Giudice tributario.

Quanto infine all’ulteriore tematica circa l’eventuale sanatoria in applicazione dell’articolo 182 cpc laddove AdeR si sia costituita con avvocato del libero foro in fattispecie ove , in forza del regime convenzionale, la difesa doveva essere devoluta all’Avvocatura dello Stato, prendendo in esame il disposto letterale dell’articolo 182 cpc, si può ritenere che la norma di legge legittima la sanatoria anche in capo a soggetto diverso a quello che ha sottoscritto in qualità di difensore l’atto ritenuto nullo. Ciò in forza del dettato che letteralmente stabilisce «il Giudice assegna alle parti un termine perentorio per la costituzione della persona alla quale spetta la rappresentanza o l’assistenza». Sul punto, fra l’altro, la sanabilità della costituzione in giudizio avanti le “Corti di merito” è del resto avallata dalla stessa Corte di Cassazione (Ordinanza n. 28741/2018) nella misura in cui così si esprime ( sempre in tema di ius postulandi) : «Vale ancora osservare, da ultimo, come la conclusione della invalidità della costituzione in giudizio così operata nel presente processo da agenzia delle Entrate Riscossione non potrebbe essere evitata con l’assegnazione di un termine di regolarizzazione ex art 182 del Codice di procedura civile, dal momento che quest’ ultima disposizione opera esclusivamente nell’ambito della fase istruttoria dei gradi di merito , non anche nel giudizio di cassazione».

Come rilevato dalla stessa pronuncia della Corte di Cassazione in questione sul punto in ordine alla operatività dell’istituto di cui all’art 182 cpc nei giudizi di primo e secondo grado si sono espresse le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza n. 10266/2018 le quali ribadiscono la necessaria applicazione nei giudizi di merito dell’istituto di sanatoria previsto dalla attuale formulazione dell’articolo 182 del Codice di procedura civile a seguito della novella legislativa del 2009, anche in relazione alle disposizioni sovranazionali Cedu.

Dl 34/2019 coordinato con le modifiche della legge 58/2019 di conversione

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