Controlli e liti

Contenzioso fiscale, opportunità da cogliere senza fare un condono

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di Maurizio, Leo

Solo ieri ho segnalato, su queste pagine, l’importanza e l’urgenza di un intervento sul delicato ambito del contenzioso fiscale; quindi, non posso che commentare favorevolmente le parole spese dal viceministro Casero in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario.

In particolare, è certo condivisibile l’idea di una valorizzazione dell’istituto della mediazione che deve diventare un filtro più efficace, magari affidandola a soggetti terzi rispetto agli enti impositori che già attuano una importante politica di contraddittorio preventivo. Va ampliata, però, la platea delle controversie suscettibili di essere “mediate”, perché solo questa scelta consentirebbe una reale deflazione del contenzioso.

In effetti, in assenza di interventi di questo tipo, come autorevolmente sostenuto dal Primo Presidente Giovanni Canzio, le cause tributarie sono destinate a rappresentare, in prospettiva, circa i due terzi delle cause civili incardinate di fronte alla Corte di Cassazione.

Altro aspetto da valutare, in questa prospettiva, è quello della necessità di un provvedimento mirato alla chiusura delle liti pendenti. Questo intervento rappresenterebbe la precondizione per una efficace riscrittura delle regole. Ha poco senso, infatti, parlare di una riforma del processo tributario e di incrementare la professionalità dei collegi giudicanti, se, allo stesso tempo, permane l’attuale, ingestibile, stock di contenziosi. D’altra parte, il recupero di gettito che ne deriverebbe sarebbe una conseguenza certamente positiva per i nostri conti pubblici.

Quando procedere? Direi il più presto possibile. L’occasione, quantomeno per un primo intervento, potrebbe essere anzi la prossima manovra correttiva. Come fare? In questo caso la risposta è più complessa. Una cosa, però, è certa: la rottamazione delle liti non deve essere un condono mascherato. È necessario, infatti, che si riesca a creare un meccanismo semplice, ma allo stesso tempo in grado, il più possibile, di discernere tra i contenziosi. Occorre, però, graduare la inevitabile premialità in funzione di variabili quali l’esito del giudizio, lo stato della controversia e l’entità del valore di lite.

Insomma, la direzione è giusta, ma questo non basta. È necessario anche fare presto e, soprattutto, è fondamentale fare bene. Credo, in generale, che l’Europa non abbia nulla da dire su un intervento riformatore volto alla modernizzazione delle regole sul processo tributario, che, nel contempo, contenga le condizioni per una riduzione del contenzioso attualmente pendente. Peraltro, si tratterebbe di disposizioni in linea e, anzi, per certi aspetti, correttive della vigente rottamazione dei ruoli.

Insomma, è meglio rottamare le liti che rottamare le tasche degli italiani, aumentando, ancora una volta, le accise.

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