Adempimenti

Continuità aziendale al netto del virus. Passa l’emendamento salva-bilanci

Amministratori e revisori dovranno ignorare l’effetto della pandemia sui conti

immagine non disponibile

di Alessandro Galimberti

La commissione Bilancio della Camera dà un taglio all’effetto Covid sui bilanci 2019/2020, neutralizzando l’inevitabile shock sulla continuità aziendale e chiudendo così un dibattito rimasto sospeso dopo un primo intervento tampone nel decreto Liquidità.

Il parametro previsionale della formale “continuità aziendale” - ovviamente rimessa in discussione nei fatti dalla più grave crisi pandemica dell’ultimo secolo - rischiava infatti di pregiudicare, più ancora della reputazione o della coerenza circolare del bilancio, lo stesso accesso al credito per la moltitudine di aziende colpite dal lockdown e dalla sensibile contrazione di ricavi. L’applicazione dei parametri di legge (articolo 2423-bis del Codice civile) avrebbe infatti dovuto condurre amministratori e sindaci revisori a porre su un binario formalmente morto la quasi totalità delle imprese non passate indenni dagli effetti diretti e indiretti della pandemia.

Nonostante un primo intervento nel decreto Liquidità (articolo 7), la questione di come gestire la “continuità aziendale” nella redazione del bilancio e nel suo successivo controllo era rimasta in sospeso, perchè il legislatore emergenziale aveva previsto la “facoltà” di fare riferimento allo scenario pre-Covid. Da lì si era innescato un dibattito, rafforzato anche dal documento dell’Oic (si veda l’articolo sotto) che cercava di aggirare la formulazione letterale della norma,ma di fatto senza alcuna garanzia sostanziale di spegnere l’effetto Covid sui bilanci.

Ieri la Commissione bilancio della Camera, recependo l’emendamento del deputato Camillo d’Alessandro, ha sostanzialmente buttato la palla avanti di un anno, statuendo che nella redazione del bilancio non si deve tenere conto «delle incertezze e degli effetti derivanti dai fatti successivi alla data di chiusura del bilancio», convenzionalmente riportata al 23 febbraio 2020.

«Il Covid ha stravolto ogni previsione di continuità aziendale e di oggettiva valutazione delle prospettive aziendali - ha scritto nella relazione l’onorevole D’Alessandro, che nella vita è commercialista -. Come fatto dall’Anc (organismo di contabilità francese) in Francia è necessario prevedere per i bilanci 2019, non ancora approvato, e bilanci 2020 la deroga ai principi contabili con la “neutralizzazione “ degli effetti Covid sul bilancio. La priorità oggi è la continuità aziendale».

Senza l’emendamento poi recepito secondo il deputato di IV  «sarebbe stato molto complicato per gli amministratori elaborare un bilancio, veritiero e corretto, che garantisca la continuità aziendale. Allo stesso modo sindaci e revisori avrebbero dovuto, in assenza di un intervento legislativo ponte, esprimere i propri pareri certificando l’impossibilità della continuità aziendale. La conseguenza sarebbe stata la cessazion».

L'emendamento prevede che nella predisposizione dei bilanci 2019, la valutazione delle voci e della prospettiva di continuazione dell'attività di cui all'articolo 2423 bis, comma primo, n.1 del Codice civile può essere operata non tenendo conto delle incertezze e degli effetti derivanti dagli eventi successivi alla chiusura dell'esercizio. Mentre per i bilanci 2020 in corso la prospettiva di continuità può essere garantita anche mediante il richiamo delle risultanze del bilancio precedente.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©