Contro la falsificazione dei bolli il contributo unificato andrà online
Il bollo della Giustizia va online. Il contributo unificato, i diritti di copia e di certificato, fino alle spese per le notifiche civili e di riscossione delle spese di giustizia potranno essere pagate attraverso il web.
Per far fronte alla costante falsificazione delle marche da bollo - come ha raccontato Il Sole 24 Ore di lunedì 21 maggio - il ministero della Giustizia ha messo mano a uno schema di decreto del presidente della Repubblica, così da arginare il rischio di falsificazioni. Un fenomeno che - sulla base del materiale sequestrato nel corso delle indagini dai carabinieri dell’Antifalsificazione monetaria - è stimabile in un 1 miliardo di euro e che vede il coinvolgimento di professionisti in tutta Italia.
Una riforma che potrebbe arginare il diffuso fenomeno della falsificazione del contributo unificato, una piaga della giustizia italiana che riguarda i tribunali, soprattutto civili, di tutta Italia. Da nord a sud esiste un mercato parallelo, che sta causando un grave danno alle casse dello Stato.
Un tema affrontato in una inchiesta giornalistica pubblicata su queste colonne a maggio scorso - su accertamenti dei carabinieri - e che ha dato impulso all’imminente riforma. Il particolare emerge dalla risposta del sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi all’interrogazione a firma dei deputati leghisti Manfredi Potenti, Gianluca Cantalamessa, Ingrid Bisa, Fabio Boniardi, Flavio Di Muro, Riccardo Marchetti, Luca Paolini, Anna Rita Tateo e Roberto Turri.
L’interrogazione parlamentare
I parlamentari del Carroccio scrivono che «in data 23 maggio il quotidiano Sole24Ore rendeva noti i risultati di una indagine condotta dal comando carabinieri Antifalsificazione. Il comandante del reparto, Francesco Ferace, informava dell’esistenza di una frode ai danni dello Stato consistente nella messa in circolazione di falsi “bolli” da migliaia di euro, impiegati per iscrivere a ruolo il processo».
Nell’interrogazione si ripercorrono vari aspetti affrontati nell’articolo: «Risulterebbe, infatti, che il mercato sia invaso da false “marche” ricreate in laboratorio con sofisticata cura, utilizzando bobine prodotte in Cina, ma anche sottratte dal Poligrafico dello Stato grazie a dipendenti compiacenti. Si rende poi noto l’avvenuto sequestro di falsi contributi unificati per un valore di 2 milioni di euro ed inoltre di oltre 160mila rotoli in bianco, pronti per essere trascritti. La situazione è definita come “una delle più grandi frodi erariali italiane”, che viene stimata sul numero delle bobine in bianco confiscate e può quantificarsi fino a un massimo di oltre 1 miliardo di euro». I deputati leghisti definiscono «allarmanti le affermazioni del comandante dell’Antifalsificazione» in quanto spiega che si tratta di «un danno erariale di enormi proporzioni che si trascina da svariati anni, “di una emergenza nazionale” non esattamente quantificabile poiché è impossibile compiere una un’analisi generale ma solo a campione».
Lo schema di decreto
Nella risposta scritta, il sottosegretario Ferraresi parla di una «zona grigia» attorno al pagamento del contributo unificato, disciplinato dal dpr 115 del 2002. Per questo, spiega che «nell’ottica della prevenzione, proprio la determinazione delle modalità di versamento del contributo unificato costituisce oggetto di una iniziativa legislativa contenuta nello Schema di decreto del presidente della Repubblica concernente: “Regolamento recante disposizioni in materia di determinazione degli importi e delle modalità di pagamento dei diritti di copia e di certificato, del contributo unificato, delle spese per le notificazioni a richiesta d’ufficio nel processo civile, nonché in materia di riscossione delle spese di giustizia”».
La nuova disciplina
Stando alla nuova disciplina «il pagamento del contributo unificato dovrà essere in futuro eseguito: telematicamente, quando esso è effettuato contestualmente ad un atto depositato telematicamente; non telematicamente, quando il pagamento è effettuato contestualmente a un atto depositato su supporto cartaceo». Il sottosegretario Ferraresi precisa che «in realtà le ipotesi per le quali non è previsto il deposito contestuale di un atto processuale rimarrebbero due (cioè, contributo dovuto per la procedura fallimentare e contributo dovuto per la sentenza di accoglimento della domanda della parte civile di condanna a una somma determinata). Per le stesse - dice ancora - vengono ulteriormente previsti: il ricorso alle modalità telematiche, nel caso della procedura fallimentare, trattandosi di un atto del curatore; il pagamento non telematico, nel caso della parte civile, atteso che l’intero processo penale si svolge ancora con modalità non telematiche». Nessuna disposizione, infine, è prevista per le modalità di pagamento del contributo unificato nel giudizio amministrativo e tributario.