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Cooperative compliance, uno standard per gestire il rischio fiscale

Istituito un tavolo tecnico tra agenzia delle Entrate e Oic per redigere le istruzioni sulla mappatura dei rischi fiscali derivanti dai principi contabili applicati

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a cura di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware

Il nostro legislatore ha recentemente esteso la platea dei soggetti potenzialmente interessati al regime di adempimento collaborativo, pur continuando a limitarne l’ambito applicativo al perimetro delle grandi aziende.

Tuttavia, in una prospettiva di lungo termine, il regime di adempimento collaborativo potrebbe essere esteso anche alle imprese italiane di medie e piccole dimensioni, qualora queste decidessero di adottare le nuove procedure certificate di valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali.

Procedure al momento attivate solo in alcune grandissime realtà, ma comunque al loro esordio e quindi suscettibili di grandissimi margini di miglioramento e a regime destinate a una sempre maggiore diffusione.

Ricordiamo che l’istituto dell’adempimento collaborativo (cosiddetto “Cooperative compliance”), introdotto nel nostro ordinamento dal Dlgs 128/2015, prevede un’adesione volontaria del contribuente e si pone l’obiettivo di instaurare e consolidare un rapporto di massima trasparenza tra il fisco e le imprese, che miri a un aumento del livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti.

Tale obiettivo viene perseguito tramite l’interlocuzione costante e preventiva tra il contribuente e l’agenzia delle Entrate, finalizzata a una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali.

Possono aderire al regime di adempimento collaborativo i contribuenti dotati di un efficace sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale (cosiddetto tax control framework), inteso quale rischio di operare in violazione di norme di natura fiscale oppure in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario.

Tale sistema deve risultare efficace anche in ordine alla mappatura dei rischi fiscali derivanti dai principi contabili applicati dal contribuente e deve essere inserito nel contesto dell’apparato di governo aziendale e di controllo interno.

A seguito delle novità introdotte dal Decreto legislativo 221/2023 è ora previsto l’obbligo di certificazione del sistema di controllo da parte di professionisti indipendenti qualificati.

La certificazione ha la funzione di attestare che l’impresa sia dotata di un efficace tax control framework, integrato con il sistema di controllo dell’informativa finanziaria e contabile, in grado di assicurare la solidità del dato contabile su cui si basa l’obbligazione tributaria.

Il sistema è considerato efficace quando è in grado di garantire all’impresa un presidio costante sui rischi fiscali.

Ma dal punto di vista operativo come è possibile realizzare concretamente un tale sistema di presidio?

Le attuali esperienze hanno portato allo sviluppo di sistemi tax control framework che si basano sulla mappatura di singole situazioni, difficilmente estendibili a una vasta platea di aziende.

Il tutto potrebbe cambiare grazie all’istituzione, con provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate del 10 ottobre 2024 (Protocollo 383481/2024), di un tavolo tecnico tra l’agenzia delle Entrate e l’Organismo italiano di contabilità (Oic) che si occuperà di redigere le istruzioni sulla mappatura dei rischi fiscali derivanti dai principi contabili applicati, da allegare alle linee guida sul sistema di rilevazione del rischio fiscale di cui devono essere dotati tutti i contribuenti che aderiscono al regime dell’adempimento collaborativo.

I risultati di questo tavolo di lavoro potrebbero comunque essere di notevole utilità qualora da questi fosse possibile tracciare un percorso standardizzato che potrebbe costituire la base per poter realizzare dei gestionali atti a gestire digitalmente le procedure in modo strutturato, efficiente e controllato. Potendo così fare a meno dei fogli Excel che tanto piacciono agli esperti e ai professionisti indipendenti, ma che non consentono alcun controllo effettivo sui processi.

AssoSoftware è in continuo monitoraggio dello stato dell’arte e auspica una sempre maggiore estensione del regime di adempimento collaborativo e dei relativi sistemi di controllo, non potendo questi ultimi prescindere dall’integrazione con i software gestionali sviluppati dalle aziende associate.