Costi black list deducibli se c’è lo sdoganamento
L'avvenuto sdoganamento della merce prova l'effettività dell'operazione, mentre l'interesse economico a rivolgersi a un operatore avente sede in un paradiso fiscale può essere compiutamente provato facendo riferimento al confronto dei ricarichi con operazioni similari anche se numericamente limitate. A fornire queste indicazioni è la Corte di cassazione con l' ordinanza 22901 depositata ieri
La pronuncia, ancorché riferita alla normativa sull'indeducibilità dei costi “black list” non indicati in dichiarazione ormai non più in vigore, appare comunque interessante sia per i contenziosi ancora in essere sulla questione, sia per le indicazioni che i giudici forniscono sull'idoneità di alcuni elementi a provare l'effettività di un acquisto estero e il suo interesse economico.
Ad una società italiana era contestata la deducibilità degli acquisti di argenti lavorati effettuati da un'impresa avente sede in Hong Kong per aver omesso di riportarli separatamente nella dichiarazione dei redditi.
Nel ricorso in primo grado la contribuente documentava l'effettività dell'operazione di acquisto mediante la documentazione relativa all'avvenuto sdoganamento nonché l'interesse economico alla sua esecuzione rilevando gli ammontari dei ricarichi medi su operazioni similari.
La Ctp accoglieva il ricorso, e la Ctr, cui si appellava l'Ufficio, confermava la decisione di prime cure.
Nonostante la doppia soccombenza, l'ufficio ricorreva per cassazione eccependo, tra l'altro, che contrariamente a quanto ritenuto dalla Ctr, la prova fornita dalla società sulla concreta effettuazione e sull'interesse economico dell'operazione non poteva ritenersi raggiunta.
E infatti, a detta dell'agenzia delle Entrate, era stato documentato il solo sdoganamento della merce senza dimostrazione né del suo pagamento, né della circostanza che si trattasse di merce non reperibile altrove. L'interesse economico era stato, inoltre, erroneamente desunto dal ricarico medio riferito a campione di appena tre o quattro operazioni l'anno.
La Corte di cassazione ha respinto il ricorso dell'Agenzia.
Secondo i giudici di legittimità, la commissione regionale - che ha confermato la decisione di primo grado - ha reputato, a sua volta decisivo, a riprova dell'effettività dell'operazione di acquisto, l'avvenuto sdoganamento delle merci.
Tale operazione è stata ritenuta significativa del reale svolgimento del rapporto commerciale con l'operatore di Hong Kong.
È stato poi ravvisato l'effettivo interesse economico dell'operazione sulla base dello stesso criterio adottato dal primo giudice ed insito nell'ammontare dei ricarichi medi stimati sufficientemente dimostrativi di prospettive lucrative in linea con l'attività economica della società, anche se riferiti ad operazioni numericamente limitate.
Cassazione, sezione tributaria, sentenza 22901 del 29 settembre 2017