Controlli e liti

Crescono le intese per la trasparenza

di Alessandro Galimberti

Spazi sempre più stretti per il nero internazionale. Sono 111 ad oggi le giurisdizioni fiscali che hanno aderito agli standard Ocse per lo scambio automatico di informazioni fiscali, e 13 di più (124) le amministrazioni con le quali l’Italia ha firmato una convenzione multilaterale per la trasparenza reciproca. Il dato aggiornato sulla collaborazione internazionale è emerso nel workshop sul contrasto all’evasione globale organizzato ieri dal ministero dell’Economia nel palazzo di via XX Settembre.

Le agenzie nazionali nel frattempo, come ha spiegato Aldo Polito (direttore dell’accertamento delle Entrate), si stanno attrezzando per il trattamento omogeneo dei dati in arrivo (primo gettito atteso dal prossimo mese di settembre) e per una rapido “matching” delle informazioni relative ai singoli contribuenti e ai rispettivi depositi e gestioni patrimoniali ancora non dichiarati, nonostante i due programmi di voluntary disclosure che a fine estate saranno chiusi definitivamente.

Il network Jitsic che sta lavorando sui Panama Papers (si veda Il Sole 24 Ore del 21 gennaio 2017) ha dato nei mesi scorsi una prima anticipazione della nuova capacità della rete internazionale di contrasto. Rete che ora ha anche un’arma in più: il generale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti ha spiegato che nel 2016 sono state 200 le indagini penali avviate sul nuovo reato di autoriciclaggio (introdotto con la legge 186/14 sulla prima Vd) con la denuncia di 540 persone. »Nella quasi totalità dei casi – ha detto Screpanti – l’origine dell’indagine è dipesa da un reato di natura fiscale».

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