Crisi d’impresa, cambiano l’albo dei curatori e la transazione fiscale
Il Codice della crisi d’impresa cambierà. Cambierà anche in tempi stretti. E lo farà su aspetti non marginali, dall’albo dei curatori alla transazione fiscale, passando per il perimetro delle misure di allerta. Lo ha annunciato il capo dell’Ufficio legislativo del ministero della Giustizia Mauro Vitiello, intervenendo ieri mattina, al convegno di Confindustria dedicato alla riforma (convegno che è servito anche a presentare la collaborazione con 4.Manager, illustrata dal presidente Stefano Cuzzilla, per una formazione alle imprese sulla nuova Legge fallimentare). Vitiello ha però innanzitutto aperto a un cambiamento, però sostenibile, sul fronte dell’obbligo di adozione del controllo interno. Partendo dal presupposto che i concordati potranno diminuire, avendo scelto di puntare in maniera decisa su quelli in continuità, è tanto più necessario allora che le misure di allerta non si svuotino di efficacia, ha precisato Vitiello, illustrando gli effetti delle simulazioni del ministero: sulla base degli indici attuali le società obbligate all’adozione sarebbero 300mila; numero destinato però a diminuire ovviamente se si interviene sui parametri. In che modo però? Detto che il ministero della Giustizia ha dato parere negativo agli emendamenti al decreto crescita targati Lega, un punto di caduta, non ha nascosto Vitiello, potrebbe essere quello di un ritocco all’insù per esempio del numero dei dipendenti. Ma a fare la vera differenza, nella lettura del capo del legislativo, è il numero di indici che devono essere superati per fare scattare l’obbligo. Per Vitiello è necessario conservare il superamento anche di un solo indice: in questo caso infatti il numero delle società interessate dall’obbligo oscillerebbe tra un minimo di 112mila e un massimo di 129mila.
Prevedere il superamento di due indici invece ridurrebbe drasticamente l’area delle srl interessate da un minimo di 30mila a un massimo di 40mila. Per quanto riguarda il decreto, il ministero della Giustizia intende a breve, entro settembre, varare un decreto correttivo, nel quale troveranno posto, tra l’altro, la previsione che l’albo dei curatori sarà sdoppiato, prevedendo in una sezione i curatori, liquidatori e commissari e, nell’altra, i professionisti tra i quali individuare i componenti Ocri, soprattutto quelli «amici» nominati dall’associazione di categoria. Spazio poi all’estensione del regime di favore per la transazione fiscale anche in dissenso con le Entrate al concordato preventivo.Dovrebbe poi essere meglio chiarito come l’allerta dovrà comprendere anche i casi di insolvenza reversibile e cancellata la possibilità di transito tra strumenti di regolazione della crisi dopo una domanda in “bianco”. Lorenzo Pagliuca, di Confindustria Basilicata, presidente del comitato Piccola industria, ha sottolineato la necessità di un’entrata in vigore della riforma differita per le piccole imprese mentre Andrea Foschi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha anticipato i criteri del lavoro in corso per la determinazione degli indici di allerta, annunciando che una simulazione su 5 anni di bilanci di 800mila società ha dato luogo al 2-3% di segnalazioni possibili.