L’articolo 3 del Codice della crisi d’impresa stabilisce i doveri fondamentali degli imprenditori in relazione alla gestione della crisi aziendale.
L’imprenditore individuale ha la responsabilità di rilevarne tempestivamente i segnali. Una volta individuati, deve prendere iniziative immediate per affrontare la situazione nel modo più efficace possibile. L’imprenditore collettivo, invece, ha l’obbligo di istituire un assetto organizzativo e amministrativo adeguato, mirato a far emergere potenzali criticità. Tutto ciò richiede l’utilizzo di strumenti di programmazione, controllo e allerta precoce con l’obbiettivo di prevenire l’insolvenza e preservare la continuità aziendale.
Il tema degli adeguati assetti ha trovato risposte concrete, seppur non ancora del tutto esaustive nel Dlgs 82/2022 che ha apportato modifiche al Ccii per migliorare l’efficacia delle procedure concorsuali e adeguare la normativa alle direttive europee in materia di insolvenza.
In particolare, si è affermato che assetti devono consentire:
• Monitoraggio degli squilibri patrimoniali, economici e finanziari: identificando eventuali anomalie che potrebbero compromettere la continuità aziendale.
• Individuazione di fattori negativi per la continuità aziendale: come la perdita di clienti chiave o difficoltà nel reperire finanziamenti.
• Rilevazione di specifici segnali di allarme: tra cui:
- debiti per retribuzioni scaduti da oltre 30 giorni e superiori alla metà dell’ammontare mensile delle retribuzioni.
- debiti verso fornitori scaduti da oltre 90 giorni e superiori ai debiti non scaduti.
- esposizioni verso banche o intermediari finanziari scadute da più di 60 giorni o che superano da almeno 60 giorni il limite degli affidamenti concessi, rappresentando almeno il 5% del totale delle esposizioni.
- esposizioni debitorie indicate all’articolo 25-novies, comma 1, del Ccii.
• Raccolta di informazioni per strumenti di risanamento: necessarie per utilizzare la lista di controllo e per effettuare il test pratico previsto per la verifica della perseguibilità del risanamento, come indicato all’articolo 13, comma 2, del Codice della crisi.
In sintesi, l’articolo 3 del Codice della crisi impone agli imprenditori l’adozione di strutture e procedure che permettano di monitorare costantemente la salute economico-finanziaria dell’impresa, al fine di individuare e affrontare tempestivamente eventuali segnali di crisi, garantendo così la continuità aziendale e la tutela degli interessi dei creditori e degli altri stakeholder.
Le soglie di criticità
I segnali di allarme indicati al comma 4, non sono altro che specifici indicatori e soglie che fanno emergere potenziali criticità e richiedono l’assunzione di iniziative risolutive. Questi obblighi si applicano a tutte le imprese, con modalità diverse per quelle individuali e collettive, e mirano a prevenire l’insolvenza attraverso un approccio strutturato alla gestione del rischio.
Le soglie variano a seconda del tipo di impresa e dalla presenza o meno di lavoratori subordinati.
Il tool “Indicatori24” usa un sistema a semafori per l’articolo 3: Giallo = conformità con qualche problema; Rosso = necessità di intervento immediato. Fornisce una relazione completa sui punti critici riscontrati, consentendo un monitoraggio completo e tempestivo degli indicatori e dell’attenzione alle soglie e ai segnali di difficoltà.
La prima domanda consiste in un’autovalutazione sull’assetto aziendale e si indaga sull’idoneità dell’assetto a
a) rilevare squilibri patrimoniali o economico-finanziari specifici all’impresa;
b) verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale per i prossimi dodici mesi, identificando segnali di crisi;
c) raccogliere le informazioni necessarie per utilizzare la lista di controllo e per effettuare il test di perseguibilità del risanamento come indicato dall’articolo 13, comma 2.
È singolare che il Codice (e il tool di conseguenza) distingua le caratteristiche e l’indagine sulla presenza o meno dell’adeguato assetto come a sottolineare ancora una volta che il non superamento delle soglie è condizione necessaria ma non sufficiente per la compliance alla norma ma ciò che conta è la definizione e adozione in azienda di assetti adeguati.
Nel momento in cui un indicatore supera la soglia (semaforo rosso) è già tardi e la questione si sposta dal dotare l’azienda di strumenti e procedure idonee al monitoraggio a individuare strade per il risanamento.
Il compito della governance e dei suoi organi di controllo sarà duplice: da un lato verificare a che punto è il cammino verso l’adeguatezza degli assetti, dall’altro controllare l’avvicinamento o il superamento delle soglie.
Vediamo in sintesi attraverso le schermate del tool di quali indicatori e soglie tratta il comma 3.
1. Debiti scaduti da oltre 90 giorni/Debiti totali (soglia < 0,5)
Questo indicatore valuta la capacità dell’impresa di rispettare le scadenze finanziarie. Un valore superiore al 50% segnala una possibile difficoltà nella gestione dei debiti.
2. Debiti verso dipendenti scaduti da oltre 30 giorni/Importo complessivo delle retribuzioni (soglia < 2)
La regolarità nei pagamenti ai dipendenti è un elemento essenziale per garantire la continuità operativa. Un valore superiore a 2 indica uno squilibrio rilevante.
3. Sconfino oltre 60 giorni/Totale delle esposizioni (soglia > 0,05)
Questo parametro misura il grado di utilizzo degli affidamenti bancari. Superare il 5% del totale delle esposizioni bancarie segnala una possibile tensione finanziaria.
4. Contributi Inps scaduti da oltre 90 giorni (soglia > 15.000 euro)
L’accumulo di debiti previdenziali rappresenta un rischio significativo per la solidità dell’impresa.
5. Contributi INAIL scaduti da oltre 90 giorni (soglia > 5.000 euro)
Anche in questo caso, un superamento della soglia indica difficoltà nella gestione dei flussi finanziari.
6. Debiti IVA scaduti (soglia > 100.000 euro)
Il mancato pagamento dell’IVA oltre questa soglia evidenzia problemi di liquidità che richiedono un immediato intervento.
7. Debiti verso Agenzia delle Entrate e Riscossione (soglia > 100.000 euro)
Un livello di esposizione fiscale di questa entità rappresenta un segnale chiaro di potenziale crisi.
La relazione finale
Compilata la parte sugli indicatori e osservato il responso dei semafori, il tool crea un giudizio complessivo sulla situazione economico-finanziaria dell’impresa, basandosi sui risultati della verifica degli indicatori. Come stabilito dall’articolo 3 del Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, il superamento di anche solo una delle soglie critiche (semaforo rosso) identifica l’azienda come in stato di crisi, con la necessità di adottare interventi immediati.
Il processo di giudizio è un passaggio critico che richiede rigore, trasparenza e documentazione accurata. L’identificazione dello stato di crisi non deve essere vista come il preludio del fallimento (o liquidazione giudiziale che dir si voglia), ma come un’opportunità per adottare misure preventive e salvaguardare la continuità aziendale. Non si tratta di “creare malati” dove non ve ne sono ma di “osservarne i sintomi” con la giusta attenzione.