Il CommentoDiritto

Crisi d’impresa, ora l’armonizzazione delle procedure concorsuali a livello Ue

di Marco Ghitti e Ronny Zappella

Il decreto legge 118/2021, in vigore dal 25 agosto, ha introdotto misure di supporto alle imprese per fronteggiare la crisi generata dalla pandemia. In particolare, vi sono nuovi strumenti – quali l’istituto della composizione negoziata della crisi – che agevolano soluzioni alternative al fallimento, tramite la prevenzione e la gestione negoziale delle situazioni di crisi aziendale.

Come ben argomentato da Bianca Lucia Mazzei («Sos contro il rischio fallimenti: il codice della crisi cambia agenda»), da un lato, il nuovo istituto prevede la nomina di un esperto indipendente ed esterno al Tribunale, il quale a fianco dell’imprenditore e dei suoi professionisti negozi la risoluzione della crisi con i creditori, il che richiederà anche competenze finanziarie. Dall’altro, il decreto legge semplifica la realizzazione ed estende la portata degli accordi di ristrutturazione dei debiti.

Le misure introdotte si innestano positivamente nell’odierno contesto congiunturale. Secondo il Rapporto Pmi 2021 (Confindustria-Cerved), la quota di piccole e medie imprese con alta probabilità di default a dodici mesi salirà dal 9,2% al 14,7% una volta esaurite le attuali misure di supporto (nel Mezzogiorno questa percentuale salirà dal 13% al 20,8%).

In termini occupazionali, a fine 2021, i posti di lavoro che potrebbero essere persi ammontano a 1,3 milioni, pari all’8,2% del totale.

A livello creditizio, la Bce stima che la crisi economica possa determinare un forte aumento degli Npl, che in uno scenario grave ma plausibile, potrebbero raggiungere 1.400 miliardi di euro entro la fine del 2022 all’interno dell’Unione, con un aumento del 215% rispetto al 2020.

Lo stock domestico di Npl a fine 2020 era pari a 103,6 miliardi di euro su base lorda (50,5 miliardi di auro al netto degli accantonamenti), in contrazione del 25% rispetto ai dati di giugno 2020 (fonte Banca d’Italia). La pandemia non ha fermato il trend di riduzione dei crediti deteriorati, anche grazie alle misure introdotte dal decreto legge 18/2020 («Cura Italia»), quali conversione delle imposte anticipate in crediti d’imposta e moratorie, ma solo per ora.

In Europa, si è assistito (sinora) ad una simile e costante contrazione delle partite deteriorate, sia in termini assoluti (dal picco di circa 1.000 miliardi di euro del 2016 a 444 miliardi di euro di fine 2020), sia in rapporto agli impieghi complessivi. L’Italia è passata da un rapporto Npl -impieghi totali del 16,7% di inizio 2016 all’attuale 4,4%, anche se rimane al di sopra della media europea (2,6%).

Il trend osservato negli ultimi cinque anni è destinato ad invertirsi proprio a causa della crisi pandemica e rappresenta il principale rischio cui sono esposte le banche europee. Il tasso di deterioramento dei prestiti (quota di crediti in bonis divenuti Npl) è infatti aumentato negli ultimi mesi. Secondo Abi-Cerved, con la fine delle misure d’emergenza in atto, i tassi di deterioramento (2,5% nel 2020) sono attesi in crescita nell’anno in corso (4,3%), per poi tornare a calare nel 2022 (3,7%), attestandosi tuttavia su livelli ben superiori a quelli
pre-Covid (2,9%).

In questo contesto, rivestiranno un ruolo cruciale i complessivi interventi introdotti dall’Unione Europea per efficientare le discipline concorsuali degli stati membri – a partire dalla raccomandazione 2014/135/UE e la successiva direttiva 2019/1023 che hanno previsto l’introduzione di procedure atte all’emersione anticipata della crisi d’impresa – sino alla recente iniziativa («Enhancing the convergence of insolvency laws»), avviata lo scorso novembre ed attualmente in fase di «initial impact assessment», tesa ad armonizzare le differenti normative nazionali in materia di insolvenza. L’assenza di procedure comuni rappresenta, infatti, un ostacolo agli investimenti transfrontalieri e, dunque, al buon funzionamento del mercato unico dei capitali. Ecco quindi che la crisi da Covid-19 può divenire un volano per uniformare, a livello comunitario, l’amalgama di procedere concorsuali presenti nei singoli stati membri e migliorare il funzionamento dell’unione bancaria e del mercato dei capitali, di cui è elemento centrale il trattamento degli Npl.