Dalla
rottamazione delle cartelle
(+701 milioni) e dalla
chiusura delle liti tributarie
(+400 milioni)arriva l’extragettito da oltre un miliardo per coprire il flop della seconda edizione della
voluntary disclosure
. Il rientro dei capitali 2.0 non ha convinto i contribuenti tanto da fermarsi a 530 milioni di euro contro 1,6 miliardi stimati dal Governo per il 2017. Non solo. Alla rottamazione delle cartelle di Equitalia il Governo chiede uno sforzo aggiuntivo anche per il 2018 da utilizzare per un ulteriore passo in avanti nella sterilizzazione degli aumenti Iva. È quanto prevede la relazione tecnica al Dl 148/2017 pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di ieri.
L’estensione della definizione agevolata ai ruoli consegnati all’agente della riscossione dal 1° gennaio al 30 settembre 2017 garantirà all’Erario maggiori incassi per 484 milioni (385 Erario e 99 milioni enti di previdenza) che si andranno ad aggiungere ai circa 552 milioni di euro attesi dal
ripescaggio di poco più di 43mila contribuenti esclusi dalla prima rottamazione dei ruoli
perché non in regola con i vecchi piani di dilazione dei debiti tributari. Il miliardo e 100 di maggior gettito andrebbe dunque a cancellare una quota degli aumenti Iva attesi per il 1° gennaio 2018. In particolare la norma modifica l’intervento sull’aliquote Iva agevolata della manovra di primavera che non passerebbe più dal 10 all’11,5% ma si sposterebbe, senza produrre effetti per 840 milioni, dal 10 all’11,14 per cento. Stop anche a 340 milioni di aumento delle accise previsto nel 2019.
Dalla relazione tecnica emerge anche che il
taglio alle dotazioni di spesa dei ministeri
scatta già dal 2017 e vale un miliardo aggiuntivo rispetto a quanto previsto dal Dpcm firmato da Gentiloni a metà estate. Per il
bonus editoria agli investitori pubblicitari
il Dl riserva 62 milioni da spendere nel 2017.