ApprofondimentoControlli e liti

Dichiarazione correttiva ammessa se in quella già presentata non ci si è avvalsi del concordato

di Filippo Cicognani

N. 36

settimana-fiscale

Con il decreto istitutivo n. 13 dello scorso febbraio, il concordato preventivo biennale è subito risultato lacunoso sotto numerosi profili che hanno reso incerte, ritardandole, le valutazioni dei contribuenti sull’adesione. Il Governo, con il Dlgs 5 agosto 2024, n. 108, ha modificato alcuni profili per chiarirne i risvolti applicativi ed evitare abusi contrari alla logica del concordato. Con la recente Cm n. 18/E, l’agenzia delle Entrate ha fornito le sue indicazioni in vista dell’imminente scadenza del termine per accedere al concordato preventivo biennale, fissata per il 31 ottobre 2024. I recenti interventi hanno forse chiarito i profili operativi per favorire l’adesione fin dal 2024, ma non hanno risolto tutte le criticità sotto il profilo giuridico, che potrebbero influire sul successo dell’istituto.

Le criticità del decreto istitutivo e le modifiche del decreto correttivo

A conferma della frettolosità del decreto istitutivo che ha introdotto il concordato preventivo biennale (si veda il Dlgs 12 febbraio 2024, n. 13), il Dlgs 5 agosto 2024, n. 108 è intervenuto sotto numerosi profili ivi considerati nell’articolo 4.

Il “correttivo” del Governo ha l’obiettivo di far tesoro delle prime riflessioni degli operatori al fine di eliminare quanto più possibile le incertezze applicative e i rischi di abuso del nuovo istituto e consentire a tutti i contribuenti una compiuta valutazione...