Adempimenti

Dichiarazione Iva, per gli esportatori abituali due vie nella compilazione del quadro VC

Alcuni eventi che si possono verificare nei periodi successivi a quello oggetto di dichiarazione potrebbero comportare “splafonamenti postumi” sanzionabili

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di Matteo Balzanelli e Massimo Sirri

In fase di compilazione del quadro VC della dichiarazione Iva bisogna tenere presente che il “carico” e lo “scarico” del plafond degli esportatori abituali seguono due distinte modalità: per il primo vale il criterio della registrazione, mentre per il secondo quello della competenza. Pertanto, alcuni eventi che si possono verificare nei periodi successivi a quello oggetto di dichiarazione, come la mancata esportazione di un bene o la gestione delle note di variazione, potrebbero comportare “splafonamenti postumi” sanzionabili.

La determinazione dello status di esportatore abituale, così come la quantificazione del plafond spendibile, avviene considerando i documenti registrati che hanno concorso alle liquidazioni periodiche di uno specifico anno. In base a tale principio, le operazioni non imponibili del 2022 rilevano sia per l’attribuzione della qualifica di esportatore abituale per il 2023 (in caso di adozione del metodo solare) sia per il calcolo del plafond spendibile nel medesimo periodo.

Questo vale anche per le eventuali fatture di acconto emesse e registrate nel 2022 per operazioni, in ipotesi, a cavallo d’anno.

Le variazioni

Bisogna però assicurarsi che tali operazioni si realizzino effettivamente. Se pertanto la cessione non avviene, con conseguente emissione di nota di credito, oppure se il bene anziché essere esportato viene consegnato in Italia, con emissione di nota di variazione in aumento dell’Iva, l’acconto non rileva ai fini del plafond.

In questi casi, se l’evento si verifica prima dell’invio della dichiarazione annuale è possibile “depurare” il quadro VC da tali operazioni; se invece interviene successivamente, bisognerà tenere conto del fatto che il plafond spendibile è inferiore rispetto a quello indicato nel modello. La riduzione del plafond “a posteriori” si verifica anche quando uno degli eventi che determinano il venir meno (in tutto o in parte) dell’operazione avviene in anni ancora successivi (circolare 8/D/2003). In questo caso, l’esportatore abituale che abbia utilizzato interamente il plafond dichiarato si troverà ad aver automaticamente splafonato.

Quest’impostazione è fatta propria anche dalla giurisprudenza (Cassazione 25485/2019), pur registrandosi posizioni di segno contrario (Cassazione 15059/2014).

L’utilizzo del plafond

Diverso è invece il momento in cui il plafond si considera utilizzato, rilevando a questi fini il momento di effettuazione ex articolo 6, Dpr 633/1972 (o quello dell’importazione), e non quello di registrazione dell’acquisto. Quanto alle operazioni interne, ciò significa che, se nel 2022 sono stati effettuati acquisti con lettera d’intento, ma le relative fatture sono state registrate nel 2023, il plafond utilizzato è quello che risultava spendibile nel 2022.

In questi casi, bisogna fare attenzione alla compilazione della dichiarazione. In particolare, nel quadro VC vanno considerati anche gli acquisti registrati nel 2023, ma supportati da lettere d'intento relative al 2022. I medesimi acquisti non vanno invece nel quadro VF relativo al 2022, bensì in quello del 2023. Il quadro VF ragiona infatti per “registrazione”.

Lo splafonamento postumo

La circolare 8/D del 2003 conferma la “retrodatazione” degli effetti anche per le note di debito ricevute, con conseguente analoga possibilità di splafonamento postumo. La scelta di ancorare gli effetti delle variazioni alla “competenza” delle operazioni dovrebbe tuttavia valere anche per le note in diminuzione. Con la conseguenza che non solo la nota di credito ricevuta nello stesso anno dell'operazione (come sottolinea espressamente la circolare 8/D), ma anche quella che, legittimamente emessa, sia ricevuta in un periodo d'imposta successivo dovrebbe poter incidere sul plafond dell'anno dell'operazione controbilanciando così (magari fino ad annullarli) gli effetti di un eventuale splafonamento.

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