Doppio aumento per i revisori dei conti negli enti locali
Dopo 13 anni, il tetto dei compensi ai revisori dei conti negli enti locali si alza due volte. Il primo aumento, per tutti gli 8mila revisori presenti negli enti locali delle regioni a Statuto ordinario, è del 20,3%, e serve ad adeguare le cifre all’inflazione maturata nel lungo periodo di congelamento. Il secondo, che fa salire la somma di un ulteriore 30%, è riservato ai 3.450 professionisti impegnati nei Comuni sopra 5mila abitanti, nelle Città metropolitane e nelle Province, e vuole riconoscere l’incremento di obblighi di controllo prodotto dalla pioggia normativa che si è intensificata soprattutto dal 2008 in poi.
Le due cifre sono scritte nel decreto arrivato ieri sui tavoli della Conferenza Stato-Città (come anticipato sul Sole 24 Ore del 19 novembre), dov’è approdato anche il decreto del Viminale che contiene il primo rinvio al 28 febbraio del termine per l’approvazione dei preventivi 2019 degli enti locali. Il provvedimento con i nuovi compensi dei revisori ora è pronto per gli ultimi passaggi prima della firma finale da parte dei ministri dell’Economia Tria e dell’Interno Salvini. Percorso che dovrà concludersi in fretta perché il testo indica anche la data di avvio dei nuovi valori di riferimento: 1° gennaio 2019.
Il decreto aggiorna i tetti ai compensi fissati nel 2005, che vanno dai 2.060 euro lordi all’anno degli enti più piccoli ai 17.680 di quelli più grandi. Anche nel nuovo quadro saranno possibili poi le maggiorazioni del 10% nelle amministrazioni che viaggiano sopra la media della loro fascia demografica per quel che riguarda la spesa corrente o quella in conto capitale. Quelli riportati nel decreto, come sempre, sono tetti massimi: un limite minimo non esiste, e non potrà esserci finché non si cambierà la legge primaria, ma l’Osservatorio per la finanza locale del Viminale in un suo atto di indirizzo ha suggerito di prendere a riferimento la fascia demografica immediatamente inferiore. I nuovi compensi viaggiano in parallelo con il regolamento del Viminale che istituisce la quarta fascia (per i revisori degli enti sopra 50mila abitanti), raddoppia da 10 a 20 i crediti formativi necessari al debutto e prevede di far precedere il primo incarico da un “tirocinio” di 18 mesi svolto come collaboratore di un revisore o come responsabile del servizio finanziario.