Adempimenti

E-FATTURA/2 - Ruffini: primi due mesi senza sanzioni

di Marco Mobili

Avvio dell’e-fattura ineludibile ma senza traumi per imprese e contribuenti. Sull’obbligo dal 1° gennaio 2019 della fatturazione elettronica tra privati sarebbe infatti auspicabile contemplare «un’applicazione progressiva delle sanzioni, prevedendo ad esempio per i primi due mesi una loro disapplicazione, dal terzo mese nella misura ridotta del 50% e magari solo dall’ottavo mese un’applicazione del 100%». A indicare la strada è stato il direttore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, audito ieri dalla commissione Finanze della Camera. Un’audizione che ha consentito a Ruffini, con la doppia giacca di presidente dell’agente pubblico della riscossione, di fare il punto anche sulla rottamazione delle cartelle, evidenziando che quasi un debitore su due sopra i 100mila euro ha aderito alla definizione agevolata senza però versare alcuna somma. Per quanto riguarda, poi, il bilancio delle definizioni agevolate in corso il direttore delle Entrate ha precisato che la prima rottamazione porterà nelle casse dell’Erario «8,2 miliardi di euro a fronte dei 7,2 miliardi previsti dalla Relazione tecnica». Per la seconda rottamazione le adesioni sono state pari a 950mila debitori riferibili a circa «840mila contribuenti» per un controvalore in cartelle rottamabili pari a «circa 14 miliardi di euro e un importo da pagare, al netto della quota “abbuonabile”, di circa 9 miliardi di euro».

Ma l’ansia da fatturazione elettronica si respira già anche tra i deputati. Per placarla fin da subito Ruffini ha spiegato che l’obiettivo dell’amministrazione è di restare al fianco di operatori, imprese e consulenti. Proprio alla fatturazione elettronica viene chiesto di ridurre «sensibilmente il tax gap del nostro Paese» ma non spetta «all’agenzia delle Entrate decidere su una sua entrata in vigore progressiva» ha precisato il direttore delle Entrate. Compito che nel caso spetta «unicamente al legislatore».

Ruffini, sollecitato a più riprese sulla possibilità di una nuova “pace fiscale” per chiudere le posizioni ancora pendenti con l'agenzia entrate riscossione, ha sottolineato che al momento non risultano rallentamenti nei versamenti delle somme dovute. Mentre per quanto riguarda la possibile “torta” aggredibile con la maxi-rottamazione allo studio del Governo, Ruffini ha ricordato che il magazzino, cioè i carichi residui da riscuotere affidati prima a Equitalia poi all'agenzia delle Entrate-Riscossione dal 2000 al 2017 è di <<871 miliardi>> ma di questi 360,5 miliardi (oltre il 41%) è riferito a <<importi difficilmente recuperabili>> perché dovuti <<da soggetti falliti, da persone decedute e imprese cessate o ancora da soggetti nullatenenti>>.Per altri 47,8 miliardi la riscossione è sospesa per l'adesione alla rottamazione o per <<provvedimenti di autotutela emessi dagli enti creditori o sentenze>>. Ancora, 13,7 miliardi sono oggetto di rateizzazione in corso. Dei 448,9 miliardi per l'81% (364,7 miliardi) è stata tentata invano in questi anni la riscossione, mentre gli 84,2 miliardi rimanenti sono aggredibili solo in parte perché le azioni di recupero <<sono inibite o limitate>> in ragione <<delle norme a favore dei contribuenti>> come la soglia minima per l'iscrizione ipotecaria o i limiti ai pignoramenti. Attenzione però, il 55% dei contribuenti ha debiti in magazzino per importi fino a 1.000 euro e rappresentano l'1,9% dello stock complessivo delle cartelle ancora da incassare. Mentre solo lo 0,9%, pari al 66,5% dell'intero magazzino ha debiti per oltre 500mila euro.

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