Entrate, in Agenzia 223 denunce con il whistleblowing
Controlli interni, collaborazioni - anche anonime - dei dipendenti onesti, formazione all’etica comportamentale e professionale. L’agenzia delle Entrate, periodicamente scossa da arresti rumorosi di dipendenti infedeli, traccia un consuntivo del tasso di corruzione interna (bassa, a dispetto del clamore mediatico) e rilancia sulle politiche di prevenzione. Al vertice delle quali spicca il funzionamento del whistleblowing (le segnalazioni interne anonime) che in poco più di due anni ha registrato 223 denunce, molte delle quali sono sfociate in indagini amministrative interne e, alcune, anche penali. Indice, questo, di uno spirito di gruppo sostanzialmente sano.
Agenzia che comunque ha avuto il suo impegno per gestire 822 provvedimenti disciplinari nell’ultimo triennio, 83 dei quali sono sfociati in licenziamenti. Per le manette, dal 2015 ad oggi, sono passati 27 dipendenti, un numero troppo grande per non avere grande impatto mediatico ma, sottolinea l’Agenzia, infinitesimale rispetto ai 40mila dipendenti fino a prova contraria senza macchia della complessa organizzazione territoriale.
Il monitoraggio sulle devianze resta comunque la priorità delle Entrate, come dimostrano le 474 inchieste amministrative interne sugli uffici e le 3.601 ispezioni per verificare situazioni di incompatibilità e cumulo di impieghi. Sulla base di queste attività sono state inoltrate 86 informative di reato alla magistratura penale e 25 denunce alla Corte dei conti.
L’Agenzia da tempo si è comunque dotata di solide prassi di prevenzione, a cominciare dalla periodica rotazione negli incarichi sia per i funzionari sia per i dirigenti, al potenziamento dei presidi antifrode nei processi interni, fino al controllo periodico dello stato patrimoniale dei dirigenti.
Le nuove leve, spiegano alle Entrate, passano per un corso di formazione sulla corruzione, a tutti i dipendenti vengono impartiti i «principi comportamentali e dei valori etici negli uffici»; e comunque, in backoffice, l’Agenzia utilizza tecniche informatiche di supporto «per il monitoraggio evoluto degli atti dell’Agenzia», una sorta di algoritmo della corruzione,
Dal 1° aprile, segnala infine l’Agenzia, è operativa la «nuova articolazione interna della direzione centrale Audit, che risponde a esigenze di conformità agli standard internazionali».