Una querelle senza fine e c’è da chiedersi se è più difficile fare la lotta all’evasione o portare a conclusione un concorso per dirigenti. Dai risultati degli ultimi due anni, sembra più facile dare la caccia a chi si nasconde al Fisco che reclutare 175 dirigenti. Sono quasi sei anni e mezzo che l’Agenzia non riesce a chiudere la selezio ne per coprire
175 posti con la qualifica di dirigente di seconda fascia
. Tra ricorsi, carte bollate e pronunce “incrociate” dei giudici amministrative, è arrivata ieri l’ennesima puntata di questa storia dai connotati quasi inverosimili. Con la sentenza 4242/2017 il
Tar Lazio (sezione seconda-ter)
ha respinto l’ennesimo ricorso del sindacato Dirpubblica, riesumando di fatto il concorso a 175 posti da dirigente di seconda fascia che era stato bandito il 29 ottobre 2010 e poi “congelato” da ultimo il 23 settembre 2015 proprio alla vigilia dello svolgimento delle prove orali. E c’è un’altra storia dietro il contenzioso che accompagna questa selezione. Nel novembre 2013, infatti, il Consiglio di Stato ha rinviato alla Corte costituzionale il bando. Rinvio da cui due anni dopo è arrivata la sentenza 37/2015 che ha decapitato le 800 posizioni dirigenziali (tra Entrate e Dogane) che erano state “incaricate” in assenza di concorso. Di lì a poco sempre il Consiglio di Stato avrebbe sbloccato il concorso imponendo però all’Agenzia di rivedere il bando per non attribuire vantaggi nella selezione per titoli agli ex incaricati. In sostanza non doveva esserci una corsia preferenziale per quei funzionari che sulla base di un incari co e non di un concorso avevano ricoperto funzioni apicali da dirigenti. Ma come in tutte le telenovele poi il Consiglio di Stato sollecitato sia dagli ex incaricati, che vedevano non riconosciuto il ruolo svolto, sia da Dirpubblica che chiedeva pari opportunità per tutti ha sospeso cautelativamente il concorso a settembre 2016. Decisione di cui l’Agenzia ha subito preso atto. Nel frattempo erano intervenuti anche Governo e Parlamento con una norma ad hoc nella conversione del Dl 78/2015. Norma che autorizzava ad annullare le selezioni e a bandirne nuove per soli esami da chiudere entro il 31 dicembre 2016 (termine spostato avanti di un anno dall’ultimo Milleproroghe). Un’opportunità di cui l’Agenzia si è già avvalsa per l’altro concorso: quello a 403 dirigenti che è stato annullato in autotutela lo scorso 15 marzo.
Ed è proprio su questa facoltà e non obbligo che ora il Tar salva il concorso da 175. La decisione di riattivarlo, con tanto di nomina di commissioni e sottocommissioni, «non appare irragionevole nella particolarità della fattispecie - scrivono in motivazione i giudici amministrativi - se considerata sia la situazione emergenziale in cui si è venuta a trovare l’amministrazione».
Ma la querelle è destinata a continuare, come anticipa il legale di Dirpubblica Carmine Medici: «Presenteremo appello al Consiglio di Stato perché la decisione non è condivisbile».