Fatca e Crs, proroga al 20 giugno per l’invio dei dati degli intermediari finanziari
Prorogata dal 30 aprile al 20 giugno 2019 la scadenza per l’invio da parte degli operatori finanziari (banche, Poste, Sim, Sgr, Oicr, imprese di assicurazione, società fiduciarie e stabili organizzazioni di soggetti esteri) delle comunicazioni Fatca e Crs-Dac2 relative al 2018. A prevederlo sono i provvedimenti 69642/2019 e 69618/2019 delle Entrate pubblicate ieri.
Si tratta delle comunicazioni relative ai conti detenuti da soggetti non residenti al fine di contrastare l’evasione fiscale internazionale. Il Crs è lo standard comune di comunicazione che ciascuna amministrazione dei Paesi Ue e dell’Ocse che abbia siglato un accordo per lo scambio automatico di informazioni ai fini fiscali è obbligata ad inviare alle altre amministrazioni aderenti. Il Fatca (Foreign account tax compliance act) è una normativa Usa che pone a carico degli intermediari non statunitensi l’obbligo di segnalare alla propria amministrazione i titolari dei conti detenuti in Italia da cittadini e residenti negli Usa per consentirne l’utilizzo all’Irs, ovvero all’autorità fiscale d’oltre oceano.
Le due comunicazioni riguardano i dati della persona oggetto della comunicazione e della relativa posizione finanziaria, compresi quelli relativi ad attività detenute per il tramite di «entità non finanziarie passive» ovvero società, trust, fondazioni i cui proventi siano costituiti per la maggior parte da «passive income», quali dividendi, interessi e royalties.
La proroga sembrerebbe essersi resa necessaria per consentire agli operatori, da un lato, di raccogliere i dati per la comunicazione Crs anche con riferimento ai Paesi recentemente entrati nella rete di scambio di informazioni automatica e, dall’altro lato, di allinearsi alle modifiche apportate agli allegati tecnici approvate da ultimo nel 2018.
Per quanto riguarda il Crs, infatti, la lista dei Paesi aderenti allo scambio di informazioni automatico si è ampliata con il Dm Economia 26 aprile 2018 ( clicca qui per consultarlo ) con il quale sono stati inclusi 9 nuovi Stati e segnatamente l’Albania, la Turchia, le Bahamas, il Baharein, gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait, il Quatar, la Nigeria e l’Azerbaijan.
In realtà, il problema più rilevante riguarda la reciprocità nello scambio di informazioni, mentre l’Italia e una serie di altri Paesi forniscono tutte le informazioni alcuni altri si stanno manifestando collaborativi solamente ad intermittenza (è il caso degli stessi Usa) e non forniscono tutte le informazioni in modo completo ed omogeneo.
Inoltre il continuo sovrapporsi di liste (in un contesto dove invece lo stesso quadro RW sta perdendo di senso) non agevola l’estrinsecarsi dei rapporti internazionali. Il Consiglio europeo ha adottato il 12 marzo 2019 la nuova black list delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, che sale a 15 Paesi, con l’aggiunta, fra gli altri, degli Emirati Arabi Uniti. Questi Stati non avrebbero rispettato gli impegni che avevano assunto nei confronti dell’Ue entro il termine concordato. Resta da capire se saranno o meno cancellati dall’elenco contenuto nel Dm Economia del 29 gennaio 2019 ( clicca qui per consultarlo ) che individua i Paesi che dialogano con l’Italia via Crs.
Agenzia delle Entrate, provvedimento 69642/2019: proroga termini Fatca
Agenzia delle Entrate, provvedimento 69618/2019 : proroga termini Crs