Fattura elettronica disponibile per i consumatori finali solo su richiesta
Fattura elettronica sempre più a misura di privacy. La manovra 2019 ( legge 145/2018 ) punta a dare maggiori garanzie sotto questo profilo, come richiesto dall’Authority guidata da Antonello Soro nel provvedimento del 20 dicembre scorso e al quale le Entrate si sono subito adeguate il giorno dopo (si veda Il Quotidiano del Fisco del 22 dicembre ). Ora è una norma primaria (articolo 1, comma 354) a stabilire che le fatture elettroniche emesse a consumatori finali siano messe a disposizione dai servizi telematici dell’Agenzia «su richiesta». Un modo anche per circoscrivere allo stretto necessario fiscale i dati memorizzabili dall’amministrazione finanziaria a seguito dell’invio con le fatture elettroniche. Sempre in ottica privacy la legge di Bilancio (articolo 1, commi 53 e 54 rispettivamente per fattura elettronica e invio dei corrispettivi) stabilisce che i dati trasmessi al Sistema tessera sanitaria possono essere utilizzati solo dalle Pa per garantire l’applicazione delle disposizioni in materia tributaria e doganale o, in forma aggregata, per il monitoraggio della spesa pubblica e privata complessiva. E, in questo contesto, medici, farmacisti e strutture sanitarie che inviano i dati al Sistema tessera sanitaria «non possono emettere fatture elettroniche» per il periodo d’imposta 2019 in relazione alle operazioni effettuate per cui vanno trasmessi i dati per la dichiarazione precompilata.
Ma non c’è solo fisco nella manovra. Per favorire l’occupazione, da una parte vengono confermate due agevolazioni relative alle regioni del Mezzogiorno, dall’altra viene introdotto un bonus che premia laureati con il massimo dei voti e dottorati. Ma i provvedimenti più rilevanti sono la riduzione dei premi e contributi Inail per l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali (finanziata però con un taglio dei fondi alla formazione su salute e sicurezza) e l’incremento delle sanzioni per le irregolarità in materia di lavoro. Gli aumenti, che serviranno a potenziare l’attività svolta dall’Ispettorato nazionale del lavoro, sono del 10 o del 20%, a loro volta con possibilità di raddoppio se il datore di lavoro ha commesso le stesse violazioni nei tre anni precedenti.
Sul fronte previdenziale, invece, si interviene sulle pensioni in pagamento con il nuovo meccanismo di adeguamento all’inflazione basato su sette scaglioni di importo invece dei precedenti cinque, e con il contributo di solidarietà per la quota di assegno superiore a 100mila euro lordi all’anno.
Per quanto riguarda il welfare, aumenta del 50% il bonus per pagare l’asilo nido mentre lo smart working dovrà essere concesso in via prioritaria alle mamme con figli piccoli e ai genitori di figli disabili.