Controlli e liti

Fatture false, i cinque indici Uif per smascherare le società cartiere

Il documento sugli indizi rivelatori utile alle imprese anche per mettere a punto il modello 231

di Antonio Iorio

Cinque indici per individuare una società «cartiera» cioè un’impresa dedita all’emissioni di false fatture. A fornire queste interessantissime indicazioni è uno studio svolto da alcuni funzionari dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia.

Gli esiti dell’analisi sono particolarmente interessanti perché per la prima volta, finalmente, si provano a definire le caratteristiche delle società cartiere. L’analisi è di fondamentale importanza non solo per gli investigatori e le autorità fiscali, per l’individuazione delle possibili frodi, ma anche per le imprese cui, agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, molto spesso contestano la partecipazione a frodi fiscali (alle quali in realtà non hanno mai partecipato). Buona parte di queste contestazioni infatti sono motivate dalla malafede dell’impresa acquirente, che, secondo i verificatori, se avesse applicato l’ordinaria diligenza si sarebbe accorta di acquistare bene e servizi da una cartiera

Le contestazioni

L’amministrazione, in presenza di frodi fiscali caratterizzate, di sovente, dall’emissione di fatture da parte di soggetti che in realtà non sono coloro i quali realmente cedono beni o prestano servizi (fatture soggettivamente inesistenti), forte della consolidata giurisprudenza comunitaria e di legittimità, contesta alle imprese acquirenti l’indetraibilità dell’Iva sugli acquisti. L’acquirente, a questo punto deve provare la propria buona fede, vale a dire l’inconsapevolezza di partecipare a una frode commessa da altri e quindi che non poteva rendersi conto che il proprio fornitore (di norma una cartiera) fosse un soggetto coinvolto in una frode

È stato chiesto varie volte, anche nel corso delle varie edizioni di Telefisco, all’amministrazione finanziaria di fornire qualche esemplificazione (documentazione, situazione soggettiva ecc.) idonea a individuare la sussistenza della buona fede in capo all’acquirente per non procedere al recupero dell’Iva.

Ciò in quanto in presenza di acquisti da cartiere o da soggetti coinvolti in frodi Iva, l’amministrazione finanziaria, pressoché automaticamente, riprende a tassazione in capo al cliente (spesso estraneo alla frode) l’Iva assolta sugli acquisti. La buona fede infatti non viene mai riconosciuta fino all’emissione dell’atto impositivo,

Di norma la Guardia di Finanza ritiene che tale prova debba essere fornita all’agenzia delle entrate cui compete l’emissione dell’accertamento, e l’agenzia delle entrate, dal canto suo, rinvia al giudice tributario la valutazione della sussistenza, o meno della buona fede dell’acquirente, non assumendosi alcun onere al riguardo e limitandosi a contestare l’indebita detrazione Iva.

L’analisi dell’Uif

Lo studio dell’Uif prova finalmente, seppur con le ovvie cautele e limitazioni che richiedono in via generale studi di questo tipo, a delineare l’identikit delle cartiere. In sostanza sono elaborati degli indici in presenza dei quali si potrebbe ragionevolmente sospettare che la società interessata sia una “cartiera”.

Tale elaborazione non è di poco conto. Essa è utile per gli investigatori impegnati a scoprire eventuali soggetti sospettati di emissione di false fatture. Al contempo però fornisce elementi anche per le imprese per le opportune valutazioni rispetto ai propri fornitori. È possibile infatti in presenza di contestazioni fiscali valutare gli indici, in assenza dei quali, la buona fede risulta più evidente, non potendosi rilevare la natura di cartiera dei propri fornitori neanche sotto tale profilo.

Parimenti le indicazioni dell’Uif potrebbero rivelarsi utili nella predisposizione dei modelli organizzativi previsti dal Dlgs 231/2001 in merito alla prevenzione del reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di false fatture. Si tratta infatti di indici da valutare, in via preventiva, dagli addetti agli acquisti onde verificare sospetti sul fornitore.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©