Adempimenti

Fatture Iva, controlli a largo raggio con l’incrocio dei dati

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di Marco Mobili e Giovanni Parente

L’operazione incrocio dei dati delle fatture e delle liquidazioni Iva è già partito. La macchina è stata avviata poco prima di Natale con l’invio di migliaia di lettere a tutti i contribuenti che pur avendo emesso fatture non hanno trasmesso al Fisco la comunicazione delle liquidazioni periodiche Iva. Un incrocio reso possibile dall’analisi delle informazioni relative a 1,4 miliardi di fatture ricevute con il primo invio dello spesometro per il 2017 (il secondo scadrà a fine febbraio) e con uno strumento in più: il software Serpico (Servizi per il contribuente).

All’interno di questa procedura è stata creata una sezione di lavoro per gli uomini del Fisco, un vero e proprio portale sui dati di fatture e corrispettivi inviati da quasi 5 milioni di partite Iva. Naturalmente con gli accessi tracciati, verificatori e accertatori possono, da una parte, seguire il contribuente nel corretto rispetto degli adempimenti sia dichiarativi che di versamento e, dall’altra, guidare il diretto interessato nella visualizzazione e consultazione delle informazioni che lo riguardano. Il tutto nell’ottica della compliance, ossia dell’emersione spontanea e del far capire al contribuente gli eventuali addebiti. Una fase che non ha nulla a che vedere con l’accertamento, anzi è finalizzata a ottenere un’autocorrezione: se il contribuente riconosce la fondatezza dell’anomalia segnalata nella lettera di alert, gli operatori dell’agenzia delle Entrate devono ricordare in prima battuta la possibilità di regolarizzare l’incongruenza con il ravvedimento operoso. Va ricordato, però, che a seguito del caos sul primo invio dello spesometro, il decreto fiscale collegato alla manovra ha previsto la mancata applicazione delle sanzioni sull’errata comunicazione dei dati nei casi in cui autonomi e imprese trasmettano le informazioni entro il prossimo 28 febbraio.

Il contribuente su cui si accende una spia del Fisco riceve tramite posta elettronica certificata (pec) una comunicazione nella quale si segnala l’eventuale anomalia riscontrata, la possibilità di consultare i dati delle fatture (trasmesse dal contribuente e dalle sue controparti) all’interno del portale «Fatture e corrispettivi», così come le modalità per regolarizzare l’anomalia anche attraverso il ravvedimento operoso che garantisce uno sconto sulle sanzioni applicabili a seconda di quando avviene la correzione. La lettera di compliance fa riferimento comunque al singolo trimestre e, per questo, il comportamento del contribuente viene esaminato sempre e solo sul singolo periodo di riferimento. Ciò avviene anche quando lo stesso soggetto è destinatario di due comunicazioni, ad esempio una per il primo e l’altra per il secondo trimestre (per ora) del 2017.

Dal portale «Fatture e corrispettivi» accessibile tramite Serpico si può dunque entrare nell’area «Consultazione Iva» visualizzando i dati di sintesi delle fatture relative al periodo sotto la lente. Il meccanismo informatico messo a punto consente, però, di “esplodere” il dato di sintesi scaricando tutti i dati di dettaglio sul periodo di riferimento analizzato. In pratica, per ogni singola fattura Serpico consente di evidenziare la partita Iva del fornitore, il numero della fattura, la data di emissione e registrazione del documento, l’identificativo del cliente, l’imponibile, l’imposta e il soggetto che ha effettuato la trasmissione. Altro dettaglio di rilievo per il contrasto al fenomeno delle false fatturazioni è lo stato della partita Iva, ossia se è attiva o meno.

Ma non c’è solo Serpico a trattare i dati sull’Iva. Le anomalie tra fatture e liquidazioni vengono gestite attraverso un applicativo chiamato Space, che di fatto opera un controllo di qualità mettendo in risalto se l’anomalia segnalata si rivela fondata (esito positivo) o se l’apparente anomalia trova giustificazione nelle spiegazioni fornite dal contribuente: in questo caso si parla di un «falso positivo». Situazione che si potrebbe verificare, tra l’altro, in caso di dati anagrafici errati, dati errati trasmessi dai clienti o dai fornitori, eventuali esoneri dalle comunicazioni o invii già effettuati.

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