Imposte

Fiches non restituite, la perdita è deducibile

di Luca Benigni e Gianni Rota

Le perdite sui crediti relativi alla cessione delle fiches ai clienti possono essere dedotti fiscalmente dalle case da gioco. Innanzitutto perché per il gioco d’azzardo autorizzato si applicano le norme a tutela dell’esercizio d’impresa, come la responsabilità patrimoniale del debitore. Gli importi accantonati al fondo svalutazione crediti tassato, in presenza dei requisiti di certezza, precisione e inerenza all’attività d’impresa del credito, sono inoltre utilizzabili anche per le fiches, che non hanno natura finanziaria bensì commerciale. Infine, nel caso delle case da gioco, non si applica neppure la norma codicistica secondo cui al creditore non compete alcuna azione per il pagamento di un debito di gioco e dunque per le obbligazioni restano obbligati i relativi giocatori/debitori. Così la Ctr Lombardia, sentenza 759/01/2018 (presidente Labruna, relatore Fucci).

Un casinò, al fine di azzerare un credito per fiches vendute a clienti non più esigibile, deduce fiscalmente nel 2010 l’importo di 1,1 milioni di euro utilizzando quanto già stanziato nel fondo svalutazione crediti tassato. L’amministrazione la accerta e le ricupera a tassazione la relativa Ires. I crediti vantati dalla casa da gioco sono relativi alla cessione di fiches, che avendo natura finanziaria non sono mai deducibili.

Il contribuente si oppone di fronte alla Ctp. Sostiene che la perdita dedotta, essendo certa e precisa, è comunque fiscalmente deducibile ai fini Ires anche perché inerente all’attività svolta, in quanto la cessione delle fiches non ha natura finanziaria. L’amministrazione resiste ribadendo la legittimità della pretesa.

Mentre la Ctp dà ragione all’amministrazione, la Ctr la dà alla casa di gioco per i seguenti motivi:
• sia in ambito nazionale che comunitario il disfavore per il gioco d’azzardo sussiste soltanto nella misura in cui, sfuggendo al controllo dello Stato, costituisce un pericolo per infiltrazioni criminali. Pertanto nel caso di gioco autorizzato trovano applicazione le ordinarie norme poste a tutela dell’esercizio d’impresa, come la responsabilità patrimoniale del debitore;
• l’utilizzo del fondo svalutazione crediti non tassato è fiscalmente deducibile se la perdita dedotta è dotata dei requisiti di certezza e precisione in base ad idonea documentazione ed è inerente rispetto all’attività d’impresa. Pertanto i crediti delle case da gioco riferiti alla cessione ai clienti delle fiches utilizzate per giocare all’interno del casinò, non essendo ancora crediti di gioco di natura finanziaria bensì soltanto crediti di natura commerciale, sono deducibili in presenza dei requisiti di legge;
• la cessione delle fiches per contanti ovvero, nel caso di clienti abituali, anche contro rilascio di assegni bancari, rientra nell’attività tipica imprenditoriale del casinò per consentire ai suoi clienti di soddisfare le esigenze di gioco. Pertanto, per i crediti sorti a tale scopo in favore di un’impresa autorizzata alla gestione di una casa da gioco, se non più esigibili, restano obbligati i relativi giocatori/debitori e non si applica neppure l’articolo 1933 del Codice civile, che prevede che al creditore non compete alcuna azione per il pagamento di un debito di gioco.

Ctr Lombardia, sentenza 759/01/2018

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