Controlli e liti

FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: cessione d’azienda, fatture, ristrutturazione del debito

di Luca Benigni, Ferruccio Bogetti e Gianni Rota

Giudicato favorevole dell’acquirente valido anche per il venditore estraneo al processo. Basta l’attitudine potenziale per tassare il coacervo dei beni come cessione d’azienda. Fatture soggettivamente inesistenti, Iva indetraibile ma costo deducibile. Il solo ruolo basta per intervenire nell’espropriazione promossa da un altro creditore. Bancarotta fraudolenta documentale anche per l’imprenditore in contabilità semplificata. L’adesione alla ristrutturazione del debito non determina la rinuncia a diritti risarcitori. Sono i temi delle massime delle principali sentenze in ambito tributario e societario della Cassazione dell’ultima settimana.


ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO

Giudicato favorevole all’acquirente valido per il venditore estraneo al processo

Per il venditore non costituisce acquiescenza spontanea alla pretesa l’intervenuto integrale pagamento dell’iscrizione a ruolo riferito alla maggiore imposta di registro rideterminata con avviso di rettifica e liquidazione a seguito della compravendita di un terreno se nello stesso giorno viene anche opposto ante la Ctp. Pertanto il successivo giudicato favorevole formatosi nei confronti dell’acquirente che ha impugnato l’atto impositivo può sempre essere fatto valere dal venditore che sia rimasto estraneo al processo tributario se il pagamento, anche integrale, della cartella emessa nei suoi confronti sia avvenuto solo per evitare l’esecuzione forzata.

Cassazione, ordinanza 2231/2018

Basta l’attitudine per tassare il coacervo dei beni come cessione d’azienda

In alternativa rispetto alla cessione dei singoli beni facenti parte dell’azienda, l’imposta di registro è applicabile, quale cessione d’azienda, al coacervo dei beni idonei all’esercizio dell’impresa anche se tale esercizio non risulti più attuale. Questo in quanto ai fini della configurazione della cessione d’azienda basta il potenziale utilizzo dei beni per l’attività d’impresa, che non può considerarsi esclusa neppure per il fatto che non siano state cedute le collegate relazioni finanziarie, commerciali e personali.

Cassazione, sentenza 2248/2018

Fatture soggettivamente inesistenti, Iva indetraibile ma costo deducibile

In caso di fatture soggettivamente inesistenti, anche quando il contribuente ha consapevolezza della frode, risulta diverso il trattamento ai fini Iva ed ai fini delle imposte dirette. Nel primo caso la condotta dolosa impedisce l’insorgenza del diritto alla detrazione per mancato perfezionamento dello scambio. Nel secondo caso ciò non incide sulla realtà economica dell’operazione e sul pagamento del corrispettivo e quindi il costo dell’operazione, ove imputato a conto economico, può concorrere alla determinazione della base imponibile nella misura in cui il bene o servizio acquistato venga reimpiegato nell’esercizio dell’attività d’impresa.

Cassazione, ordinanza 2553/2018

Il ruolo basta per intervenire nell’espropriazione promossa da altro creditore

La cartella, anche se irritualmente notificata al contribuente, non impedisce mai all’agente della riscossione di procedere all’espropriazione immobiliare attraverso l’intervento ad una procedura esecutiva promossa da un altro creditore. Intanto il diritto di procedere in executivis da parte dell’agente della riscossione si fonda sul ruolo, che è titolo esecutivo che non necessita di notifica al debitore. Poi, la notifica della cartella è necessaria solo per avviare il pignoramento. Infine, l’espropriazione esercitata attraverso l’intervento non deve neppure essere preceduta dalla notifica dell’intimazione di pagamento.

Cassazione, sentenza 3021/2018

SOCIETÀ e BILANCI

Bancarotta fraudolenta documentale anche per la contabilità semplificata

La bancarotta fraudolenta documentale, che richiede come requisito l’impedimento alla ricostruzione del volume d’affari e/o del patrimonio, è perfezionata anche se l’imprenditore fallito opera in regime fiscale di contabilità semplificata. Questo in quanto, a differenza del reato di bancarotta semplice documentale, dove l’illiceità della condotta è circoscritta alle scritture obbligatorie ed ai libri prescritti dalla legge, l’elemento oggettivo del reato di bancarotta fraudolenta documentale riguarda tutti i libri e le scritture contabili genericamente intesi, ancorché non obbligatori.

Cassazione, sentenza 5357/2018

L’adesione alla ristrutturazione non determina rinuncia a diritti risarcitori

L’adesione di un creditore ad una proposta di ristrutturazione del debito ex articolo 182-bis della legge fallimentare, che precede sempre la predisposizione da parte del debitore del piano di ristrutturazione, non implica necessariamente la conoscenza del piano in termini di consistenza e modalità liquidatoria dell’attivo e pertanto non consente di ritenere abdicato un preesistente diritto risarcitorio relativo alla penale pattuita per l’inadempimento di un patto parasociale. Questo in quanto siffatta penale, che comporta la nascita di un’obbligazione risarcitoria, vicaria rispetto a quella inadempiuta, può essere rinunciata soltanto attraverso una serie di circostanze concludenti e non equivoche incompatibili con la volontà di avvalersi del diritto stesso.

Cassazione, ordinanza 2739/2018

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Notifica, studi di settore, contributi previdenziali e concordato: le massime della Cassazione dal 17 al 21 luglio

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