FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: crediti privilegiati, accertamento e avvisi bonari
Il credito del Comune è privilegiato nel passivo del Concessionario poi fallito al quale era stata demandata la riscossione. In caso di accesso finalizzato alla sola acquisizione di documenti la successiva emissione dell’accertamento deve rispettare il termine dilatorio anche se non è stato redatto un Pvc. Legittimo l’accertamento notificato al curatore anche se motivato soltanto per relationem al Pvc notificato in precedenza all’imprenditore ancora in bonis. Giudice tributario con facoltà di derogare al principio di non deducibilità delle quote di ammortamento dei terreni previa verifica del loro effettivo deperimento. Avviso bonario dovuto soltanto in caso di irregolarità della dichiarazione e non per gli omessi versamenti.
Il credito del Comune è privilegiato nel passivo del Concessionario poi fallito
Il credito del Comune per i tributi non versati dal Concessionario poi fallito viene ammesso al passivo con grado di privilegio. Questo in quanto l’affidamento di un servizio ad un ente privato in forza di un atto amministrativo avente natura privatistica non configura un rapporto di mandato bensì, in quanto avente ad oggetto la riscossione dei tributi, concessorio finalizzato all’esercizio di potestà di diritto pubblico.
• Cassazione, ordinanza 22420/2018
Da rispettare il termine dilatorio anche se non è stato redatto un Pvc
In caso di accesso presso i locali della società il termine dilatorio da osservare prima di emettere l’avviso di accertamento scatta anche nel caso di acquisizione di soli documenti, a prescindere dal fatto che venga redatto un verbale. Questo in quanto l’inosservanza da parte dell’Amministrazione del termine dilatorio di 60 giorni prima di emettere l’accertamento rende comunque nullo l’atto impositivo essendo irrilevante la denominazione formale del verbale redatto dai verificatori in caso di accesso, che formalmente può anche non essere denominato Pvc.
• Cassazione, ordinanza 22299/2018
Il curatore deve conoscere il Pvc notificato all’imprenditore ancora in bonis
È legittimo l’avviso di accertamento notificato al curatore, ancorché motivato soltanto per relationem al Pvc precedentemente notificato all’imprenditore ancora in bonis. Questo in quanto l’obbligo del fallito di consegna della documentazione amministrativa dell’impresa al curatore fa presumere che il Pvc sia pervenuto nella disponibilità del curatore e dallo stesso sia quindi conosciuto, facendo così venire meno l’obbligo di allegazione del Pvc all’accertamento.
• Cassazione, sentenza 22326/2018
Ammortamento, il deperimento dei terreni va verificato dal giudice
Il giudice tributario non può riconoscere la deducibilità delle quote di ammortamento di un terreno senza prima avere verificato il suo possibile deperimento durante il pluriennale utilizzo al servizio dell’impresa. Questo in quanto la deroga al principio generale di non deducibilità delle quote di ammortamento dei terreni non può essere sancita senza la previa verifica del grado di deperimento patito attraverso l’utilizzo funzionale all’esercizio d’impresa.
• Cassazione, ordinanza 22332/2018
Avviso bonario al contribuente solo in caso di irregolarità della dichiarazione
L’invio al contribuente dell’avviso bonario, per evitare la reiterazione di errori e consentire la regolarizzazione degli aspetti formali, è dovuto solo nel caso in cui dai controlli automatici emerga un risultato diverso rispetto alla dichiarazione presentata mentre la sua omissione da parte dell’Amministrazione in caso contribuente che ha omesso i versamenti costituisce una semplice irregolarità. Pertanto nel caso di ricevimento del ruolo notificato con la cartella di pagamento il contribuente che non ha ricevuto l’avviso bonario è legittimato a corrispondere l’imposta dovuta con riduzione delle sanzioni soltanto se ciò sia conseguenza di errori in dichiarazione mentre nel caso di omessi versamenti senza l’emersione di errori in dichiarazione il mancato ricevimento dell’avviso bonario non lo legittima ad ottenere alcuna riduzione delle sanzioni.
• Cassazione, ordinanza 22351/2018
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