FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: fatture inesistenti, Irap, notifica al chiamato all’eredità
Nel caso di fatture oggettivamente inesistenti il giudice tributario non può escludere l’efficacia della sentenza penale di proscioglimento ma deve considerare gli altri elementi di prova. Non configura l’autonoma organizzazione ai fini Irap la spesa sostenuto da un professionista per avvalersi dell’operato di altri professionisti. Servizi di intermediazione resi tra soggetti Ue con applicazione dell’esenzione Iva anche ai servizi accessori. Illegittima la notifica dell’accertamento del defunto al chiamato all’eredità che ha rinunciato. Nuovo accertamento per lo stesso anno d’imposta soltanto in presenza di nuovi elementi sopravvenuti non conoscibili attraverso l’istruttoria del primo accertamento. Sono i temi delle massime delle principali sentenze di Cassazione in materia tributaria e societaria dell’ultima settimana.
Il proscioglimento in sede penale per fatture fittizie non va escluso nel giudizio tributario
Il giudice tributario non può escludere, nel caso di presunti reati relativamente all’utilizzo di fatture oggettivamente inesistenti, l’efficacia delle sentenze penali di proscioglimento nel processo dovendo, per contro, effettuare una valutazione preventiva in base agli ulteriori risultati istruttori, anche di natura presuntiva. Nell’esercizio dei propri poteri di valutazione della condotta delle parti e del materiale probatorio acquisito agli atti, infatti, egli deve sempre effettuare un adeguato apprezzamento del contenuto della decisione, ponendolo a confronto con gli altri elementi di prova acquisiti nel corso del giudizio.
•Cassazione, ordinanza 17619/2018
La spesa per sostituzioni professionali non è autonoma organizzazione
In assenza di un rapporto di lavoro dipendente, le spese sostenute per i compensi a terzi relativamente alle prestazioni attinenti all’attività professionale non sono indicative di un significativo apporto ai fini della determinazione dell’autonoma organizzazione ai fini Irap. Questo perché il professionista, che si avvale della collaborazione di altri professionisti, si pone come finalità di avvalersi di reciproche competenze ovvero di farsi sostituire nell’espletamento di alcune incombenze.
•Cassazione, ordinanza 17635/2018
Intermediazione tra soggetti Ue con esenzione Iva anche per i servizi accessori
Per i servizi di intermediazione resi da un soggetto italiano ad un soggetto di altro Stato Ue trova applicazione l’esenzione Iva prevista dall’ottavo comma del decreto legge 331/1993 applicabile altresì anche ai servizi accessori. Ciò perché il contratto con cui un soggetto italiano si impegna, in base ad un compenso unitariamente determinato, a commercializzare prodotti di un altro soggetto Ue offrendo anche una serie di altri servizi, tecnici e amministrativi per consentire la migliore fruizione dei prodotti commercializzati, ai fini Iva deve sempre essere considerata quale unica operazione economica.
•Cassazione, ordinanza 17836/2018
Illegittima la notifica dell’accertamento al chiamato all’eredità che ha rinunciato anche tardivamente
È illegittima la notifica dell’accertamento del defunto al soggetto chiamato all’eredità che ha rinunciato all’eredità stessa perché non si è verificata tra i due soggetti quella confusione patrimoniale in grado di fare insorgere in capo al secondo la legittimazione passiva riguardante le obbligazioni riferibili al primo. Infatti, nel caso di debiti tributari del defunto, occorre sempre l’accettazione dell’eredità affinché possa affermarsi l’obbligazione del chiamato all’eredità a risponderne. Allo stesso modo non può ritenersi obbligato colui che ha rinunciato poiché, anche in caso di rinuncia tardiva, non può essere tenuto a rispondere dei debiti tributari, a meno che non abbia posto in essere atti dai quali possa desumersi l’accettazione implicita dell’eredità.
•Cassazione, ordinanza 17970/2018
Accertamento-bis per lo stesso anno d’imposta per nuovi elementi non conoscibili prima
Non basta a fondare il secondo accertamento per lo stesso anno d’imposta la documentazione acquisita successivamente alla formazione del primo accertamento se non ci sono nuovi elementi sopravvenuti. Ciò perché l’Amministrazione non può formare un secondo accertamento per lo stesso anno d’imposta se sussistono elementi per i quali era già a conoscenza e che avrebbe potuto/dovuto già valutare al momento della fase istruttoria del primo accertamento.
•Cassazione, ordinanza 18094/2018
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