FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: omesso versamento Iva, indebito arricchimento, fallimento
Reato di omesso versamento dell’Iva anche con grave crisi del mercato immobiliare e vendita dei terreni per scongiurare il fallimento. Solo l’assoluta impossibilità e non la semplice difficoltà a pagare l’Iva costituisce causa di forza maggiore per godere dell’esimente penale. Imponibili Iva anche gli importi dovuti a titolo di indebito arricchimento fra imprese. Banca responsabile quando paga l’assegno bancario non trasferibile a persona diversa dal beneficiario. Convocazione personale dell’imprenditore insolvente quando l’udienza prefallimentare viene rinviata e ciò non risulta dal ruolo d’udienza. Sono i temi della rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in ambito tributario e societario dell’ultima settimana.
Reato di omesso versamento Iva anche con grave crisi del mercato immobiliare
La grave crisi del mercato immobiliare non salva il legale rappresentante della società immobiliare che non paga l’Iva ancorché autofinanzi l’azienda attraverso la vendita di terreni e utilizzi poi i relativi proventi per estinguere il debito bancario e cancellare le ipoteche per evitare il fallimento. Infatti, per evitare la condanna per omesso versamento di Iva previsto dall’articolo 10-ter del Dlgs 74 del 2000, occorre sempre la prova che non sia stato altrimenti possibile reperire le risorse economiche e finanziarie necessarie a consentire il corretto e puntuale adempimento delle obbligazioni tributarie, sebbene siano state poste in essere tutte le possibili azioni, anche sfavorevoli, per ricuperare le somme necessarie ad assolvere il debito erariale.
•Cassazione, sentenza 38593/2018
Solo l’assoluta impossibilità a pagare l’Iva costituisce causa di forza maggiore per l’esimente penale
L’andamento recessivo della domanda di servizi di trasporto e il mancato incasso di significati crediti verso clienti, sebbene siano fattori determinanti nella crisi d’impresa, non possono essere considerati eventi imprevedibili in grado di giustificare l’evasione dell’Iva. Infatti il reato contemplato dall’articolo 10-ter del Dlgs 74 del 2000 ha natura omissiva e può prevedere l’esimente della causa di forza maggiore soltanto laddove sussista l’assoluta impossibilità anziché la semplice difficoltà di porre in essere il comportamento omesso, che deve sempre essere collegata ad eventi che sfuggono al dominio finalistico dell’imputato.
•Cassazione, sentenza 38594/2018
Imponibili Iva anche gli importi dovuti a titolo di indebito arricchimento fra imprese
Sempre dovuta l’Iva anche per gli importi dovuti a titolo di indebito arricchimento tra imprese perché, in caso contrario, le somme erogate dall’impresa a titolo di Iva passiva per le prestazioni richieste ad altre imprese non sarebbero bilanciate dall’Iva attiva sul corrispettivo percepito con l’azione di arricchimento, per cui darebbero luogo ad un credito Iva nei confronti dell’Erario incompatibile con il sistema fiscale.
•Cassazione, ordinanza 20884/2018
Banca responsabile quando paga l’assegno bancario non trasferibile a persona diversa dal beneficiario
L’istituto bancario che paga incautamente l’assegno bancario non trasferibile a persona diversa dal beneficiario è tenuta comunque a rispondere del pagamento non incassato dall’effettivo prenditore. Ciò perché il pagamento eseguito dall’istituto bancario a soggetto diverso dal prenditore non determina in nessun caso un effetto liberatorio, indipendentemente dalla diligenza da esso prestata per la corretta identificazione di colui che ha presentato l’assegno bancario per l’incasso.
•Cassazione, ordinanza 20911/2018
Convocazione personale dell’imprenditore insolvente quando l’udienza prefallimentare viene rinviata
In caso di rinvio d’ufficio dell’udienza prefallimentare senza annotazione sul ruolo d’udienza del provvedimento di rinvio, all’imprenditore insolvente deve sempre essere data comunicazione personale della nuova udienza stabilita per l’audizione. Questo in quanto l’imprenditore insolvente può sempre difendersi in proprio nell’udienza prefallimentare senza l’ausilio di una difesa tecnica e pertanto può legittimamente confidare nel fatto che l’organo procedente, nel rispetto della procedura seguita, lo metta in condizioni di esplicare personalmente le proprie ragioni a difesa.
•Cassazione, ordinanza 20957/2018
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