FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: plusvalenze, omessi versamenti, imposta di registro
Plusvalenza tassabile per la cessione di farmacia pagata dai figli con costituzione di rendita vitalizia a favore del cedente. La nomina del rappresentante fiscale preclude alla società estera che costruisce una piattaforma petrolifera in subappalto di frazionare le operazioni svolte in Italia. Con registro anziché con Iva la cessione da parte dell’imprenditore agricolo del terreno diventato edificabile. Esibizione della documentazione preclusa al questionario senza risposta se l’Amministrazione ha precisato le conseguenze della mancata risposta. Per l’omesso versamento Iva risponde chi era in carica al momento del versamento dell’acconto del periodo immediatamente successivo. È elusiva l’erogazione del mutuo ipotecario con successivo accollo e conferimento degli immobili in una società. Cessione di un immobile di proprietà dei coniugi in comunione legale dei beni sempre assoggettata per intero ad Iva. Sono i temi delle massime delle principali sentenze in ambito tributario e societario della Cassazione dell’ultima settimana.
REDDITO D’IMPRESA
Plusvalenza tassabile per la cessione di farmacia pagata con la rendita
È legittimo l’accertamento della plusvalenza relativa alla rendita vitalizia concordata in occasione della cessione della farmacia da parte della titolare ai suoi figli perché essa, pur assicurando un’utilità aleatoria, possiede un valore economico concretamente accertabile in base ai calcoli attuariali.
•Cassazione, ordinanza 3518/2018
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
La nomina del rappresentante fiscale preclude il frazionamento delle operazioni svolte in Italia
La società estera che opera in subappalto per la costruzione di una piattaforma petrolifera in Italia, qualora nomini il rappresentante fiscale, non può poi frazionare ai fini Iva le singole fasi delle operazioni intraprese. Intanto tutti gli atti compiuti sono sempre riconducibili ad una prestazione unica nella sua sostanza economica, che non può essere scomposta per non alterare la funzionalità del sistema dell’Iva. Se poi la società estera fattura direttamente le prestazioni svolte obbliga i committenti, prima del 2010, all’emissione di autofattura e ciò consente al suo rappresentante fiscale in Italia di richiedere indebitamente a rimborso l’Iva a credito senza avere decurtato l’Iva a debito e conseguire così, un indebito credito Iva.
•Cassazione, Sezioni Unite, sentenza 3872/2018
Registro per la cessione da parte dell’imprenditore agricolo del terreno diventato edificabile
La cessione da parte di un imprenditore agricolo ad un altro soggetto Iva di un terreno di sua proprietà che da coltivato diventa edificabile non deve essere assoggettata ad Iva. Questo in quanto il terreno che da agricolo diventa edificabile perde la qualità di bene strumentale per l’esercizio dell’impresa e non rientra tra le operazioni imponibili ai fini Iva e deve pertanto essere assoggettato ad imposta di registro.
•Cassazione, ordinanza 3802/2018
La mancata risposta al questionario blocca la presentazione successiva
La mancata risposta al questionario inviato dall’Amministrazione va qualificata come rifiuto all’esibizione della documentazione, la quale non può più essere presentata. Infatti a fronte di un invito corredato dell’avvertimento circa le conseguenze della sua mancata ottemperanza, l’omessa esibizione da parte del contribuente dei documenti in sede amministrativa comporta l’inutilizzabilità della successiva produzione in sede contenziosa.
•Cassazione, sentenza 4001/2018
L’amministratore in carica al momento dell’acconto Iva risponde dell’omesso versamento
Il reato di omesso versamento di Iva oltre soglia è fattispecie a struttura mista, commissiva ed omissiva. In caso, però, di mancata coincidenza tra l’amministratore che sottoscrive e presenta la dichiarazione Iva e quello che successivamente gli subentra, il reato viene imputato soltanto a chi risulta in carica quale legale rappresentante al momento del termine ultimo per il versamento, coincidente con quello della corresponsione dell’acconto Iva del periodo d’imposta successivo. E questo per due ragioni. Intanto la responsabilità a titolo di dolo eventuale è sempre in capo a chi deve ottemperare al controllo di natura contabile sugli adempimenti fiscali. Poi la configurabilità del dolo è intesa a tutelare l’interesse dell’Erario alla riscossione delle somme dovute in base alla dichiarazione Iva.
•Cassazione, sentenza 8040/2018
IMPOSTE INDIRETTE
È elusiva l’erogazione del mutuo ipotecario con successivo accollo e conferimento degli immobili in una società
È idonea a procurare vantaggio fiscale finalizzato al solo risparmio di imposta l’operazione collegata al contratto di mutuo garantito da ipoteca su determinati immobili che preveda poi il conferimento di questi, dopo pochi giorni, in una società con accollo in capo a quest’ultima del debito garantito. Questo in quanto in tal caso viene a manifestarsi un’indebita riduzione dell’imposta di registro che viene pagata anziché sul valore immobiliare sul solo valore immobiliare al netto della passività accollata alla società senza un’individuabile ragione economica alternativa al risparmio d’imposta.
•Cassazione, sentenza 3533/2018
Cessione di un immobile di proprietà dei coniugi in comunione legale dei beni sempre assoggettata per intero a Iva
La cessione di un immobile da parte dei coniugi in regime matrimoniale di comunione dei beni, strumentale all’esercizio dell’impresa da parte di uno solo di essi, costituisce non un negozio con plurime quote di proprietà comune bensì un’operazione rilevante come unitario atto di impresa e come tale sempre soggetta, per intero, ad Iva e non ad imposta parziale di registro. Questo in quanto non rileva che la comunione non sia “soggetto Iva” con conseguente presunta necessità di scorporare pro quota la soggettività Iva individuale facente capo al solo coniuge imprenditore bensì che la cessione sia unitariamente riferibile ad un bene strumentale all’esercizio dell’impresa da parte del coniuge-soggetto Iva.
•Cassazione, ordinanza 3557/2018
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