Controlli e liti

FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: processo tributario, plusvalenze e omesso versamento Iva

di Luca Benigni, Ferruccio Bogetti e Gianni Rota

La costituzione in giudizio dalla ricezione dell’atto. Il valore-prezzo per l’imposta di registro non basta a provare la maggiore plusvalenza Irpef. La condanna per omesso versamento Iva si può evitare solo con la dimostrazione dell’effettiva impossibilità ad adempiere. Lassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in materia tributaria depositate nella settimana dal 29 maggio al 1° giugno.


ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO

Trenta giorni per costituirsi dalla ricezione dell’atto
Le regole del processo tributario non sono così rigide come possono normativamente apparire. Intanto il termine di trenta giorni per la costituzione in giudizio del ricorrente o dell’appellante, che si avvale per le notifiche del servizio postale universale attraverso raccomandata con avviso di ricevimento, decorre dal giorno della ricezione del plico da parte del destinatario. Poi la costituzione in giudizio da effettuarsi sempre entro trenta giorni dalla ricezione della raccomandata da parte del destinatario può limitarsi alla sola produzione della cartolina di ricevimento della raccomandata anziché della ricevuta di spedizione a condizione che risulti stampigliata in maniera indelebile in calce all’avviso di ricevimento la data di spedizione.
Cassazione, Sezioni unite, sentenza 13452/2017

Il valore-prezzo del registro non prova la maggiore plusvalenza Irpef
L’Amministrazione non può procedere induttivamente, con inversione dell’onere della prova in capo al contribuente, all’accertamento della maggior plusvalenza relativa alla cessione di un terreno edificabile in base al solo valore separatamente dichiarato, accertato o definito, ai fini dell’imposta di registro, perché è necessaria un’ulteriore istruttoria.
Cassazione, sentenza 13571/2017

Il ritardo della Pa non giustifica dopo due anni il rimborso dell’accisa indebitamente pagata
Il rimborso dell’accisa indebitamente pagata deve sempre essere richiesto tempestivamente entro due anni dal pagamento e tale termine fissato per finalità di interesse pubblico deve essere rispettato anche in caso di tardivo invio da parte dell’Amministrazione dell’attestazione comprovante i quantitativi di prodotti petroliferi esenti da accisa in quanto impiegati per scopi militari.
Cassazione, sentenza 13724/2017

Revocazione ammissibile ma solo se l’esito della lite ha generato un pregiudizio
L’errore revocatorio si concretizza in una falsa percezione della realtà indotta da una svista di natura percettiva e/o sensoriale e perché sia ammissibile il ricorrente deve sempre provare il pregiudizio subito sull’esito della lite anche se riguarda oltre che i fatti materiali di natura sostanziale anche gli eventi del processo.
Cassazione, sentenza 13744/2017

Omesso versamento Iva senza condanna solo con effettiva impossibilità ad adempiere
Per evitare la condanna per il reato di omesso versamento di Iva oltre la soglia il contribuente deve provare il fatto imponderabile, imprevisto ed imprevedibile in grado, ex se, di integrare la causa di forza maggiore che determina l’assoluta impossibilità ad adempiere al pagamento dell’imposta.
Cassazione, sentenza 26919/2017

SOCIETÀ E BILANCI

Senza deposito di bilancio spetta all’imprenditore provare la sua non fallibilità
In base alla legge fallimentare il deposito del bilancio presso il Registro delle imprese assolve ad una funzione conoscitiva e risponde all’interesse di ciascun utilizzatore a conoscere la situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa. Pertanto nell’accertamento dei requisiti quantitativi di fallibilità il giudice può escludere i bilanci non depositati ed onerare altresì l’imprenditore della relativa prova.
Cassazione, sentenza 13746/2017

Senza limiti di poteri da parte dell’assemblea il liquidatore può compiere tutti gli atti
Non agisce in carenza di potere il liquidatore per il quale, all’atto della nomina, l’assemblea dei soci non abbia definito i poteri conferitigli in quanto tale organo è solo legittimato a disporre in deroga alla regola generale di attribuzione, che prevede che il liquidatore possa compiere tutti gli atti funzionali alla liquidazione della società.
Cassazione, sentenza 13867/2017

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