FISCO E SENTENZE/Società di comodo, competenza territoriale, omesso versamento Iva
Dalla qualificazione della società di comodo al domicilio fiscale che determina la competenza per l’accertamento. Dal reato tributario di omesso versamento Iva dalla prova per superare l’accertamento con redditometro. Senza dimenticare la distrazione fallimentare per i compensi esagerati all’amministratore e le modalità di notifica della contestazione dei debiti tributari ai soci della società di persone. La rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in materia tributaria e societaria depositate nella settimana dal 27 al 31 marzo.
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
Contro il redditometro doppia prova per lo smobilizzo degli investimenti
Contro l’accertamento sintetico il contribuente per giustificare la macroscopica incongruenza tra reddito dichiarato e tenore di vita della famiglia deve dimostrare sia di avere smobilizzato alcuni investimenti sia di avere utilizzato la provvista provvedere al mantenimento del tenore di vita oggetto di indagine.
■ Cassazione, sentenza 8043/2017
Il domicilio fiscale determina la competenza territoriale per l’accertamento
Illegittimo per incompetenza territoriale l’accertamento emesso da un organo dell’Amministrazione finanziaria diverso rispetto a quello territorialmente competente in base al domicilio fiscale del contribuente risultante alla data in cui viene presentata la dichiarazione fiscale
■ Cassazione, sentenza 8049/2017
Senza profitti immediati e concreti l’immobiliare è società di comodo
Va qualificata come società di comodo quella che non si pone obiettivi immediati e concreti di profitto perché nella fattispecie concede in locazione a terzi l’unico immobile di proprietà ad un canone non congruo rispetto alle condizioni di mercato e neanche sufficiente a remunerare le ingenti spese di ristrutturazione sostenute.
■ Cassazione, sentenza 8218/2017
Senza frode e senza lesione degli interessi Ue il reato di omesso versamento Iva
Il reato di omesso versamento di Iva presuppone sempre che il debito tributario esposto in dichiarazione sia stato correttamente determinato e dunque la condotta penalmente sanzionata non integra in alcun modo la frode e non lede gli interessi finanziari dell’Unione europea.
■ Cassazione, sentenza 16458/2017
SOCIETÀ E BILANCI
Amministratore reo di distrazione fallimentare per i compensi esagerati
Commette il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione l’amministratore che, percepisca emolumenti regolarmente deliberati dagli organi sociali dei quali però a fallimento intervenuto non si riesce a provare la loro congruità rispetto al lavoro svolto.
■ Cassazione, sentenza 16111/2017
Prima cartella poi avviso di mora per il fallimento in estensione dei soci
L’avviso di mora notificato ai soci nei confronti dei quali viene dichiarato il fallimento in estensione per i debiti tributari della società di persone degli anni d’imposta precedenti alla dichiarazione di fallimento è nullo se prima non è stato loro validamente notificata l’iscrizione a ruolo tramite cartella di pagamento.
■ Cassazione, sentenza 8034/2017
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